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È partito il Progetto dell’UCEI ‘Fondamenti di ebraismo’. Con qualche difficoltà di carattere tecnico, ma con un successo di partecipazione davvero inatteso. Ora si lavora per perfezionarne la messa in onda.
È vero, purtroppo, che nelle piccole comunità ci si occupa spesso più del futuro che del presente. Impegnati a dare un’immagine di sé agli altri, si trascura l’obbligo ebraico dello studio continuo. Chi vive in una grande comunità non ha, forse, piena consapevolezza di che cosa significhi far parte di piccoli nuclei comunitari, privi di servizi e privi di affollate fasce generazionali. Piccole società in cui non c’è vita ebraica e mancano l’entusiasmo e la capacità necessari a ravvivarla. Per capire le difficoltà bisogna viverle.
Sognarsi un programma culturale che fosse per le comunità uno stimolo alla ripresa, un progetto che producesse un po’ di fermento, sembrava un progetto folle, fatto solo per il gusto della sfida. Un progetto folle perché, è vero che si accoglie con più favore un’occasione mondana, quando partecipi assieme ad altri a esibire il tuo ebraismo piuttosto che quando si tratta di costruirlo il tuo ebraismo, o di curarlo e mantenerlo. È facile esserci quando gli altri vengono a vederti, quando si parla di te, e ti sembra di essere protagonista del folklore sulla scena altrui. Meno facile è svolgere, per te stesso, il compito che l’ebraismo ti chiede: studiare per essere e sentirti ebreo.
Questa volta però, e forse non è stato un caso, gli ebrei italiani hanno risposto. Ed è stata un’emozione sapere collegate le comunità, e gruppi isolati che non riescono neppure a costituirla una comunità. Da Napoli a Livorno a Torino. Ma anche Siena, Sannicandro, e persino Netanya che, si pensa, non ha certo bisogno di noi per trovare un po’ di cultura ebraica. Che tutti abbiano sentito il bisogno di riunirsi, e, pochi o molti, di sentirsi parte di un progetto culturale è stata la risposta che si auspicava e in cui non si osava sperare. Niente cimiteri e niente musei, questa volta, ma insieme per un ritorno allo studio.
‘Torah e popolo ebraico’ è stata la prima lezione tenuta da Torino da rav Roberto Della Rocca, Direttore dell’area Cultura e formazione dell’UCEI.
‘Tradizione scritta e tradizione orale – Libertà del testo – Libertà del pensiero’ è la lezione che terrà da Bologna, il 17 dicembre, rav Alfonso Arbib, rabbino Capo della Comunità ebraica di Milano e Presidente dell’Assemblea Rabbinica.
E si risponde così a due moniti del Pirké Avoth: ‘fatti un Maestro’ e ‘non separarti dal pubblico’. Ma, soprattutto, si mette in pratica una mitzvah per noi fondamentale: ‘e le insegnerai ai tuoi figli’.

Dario Calimani, Università Ca’ Foscari Venezia