Diversi ed eguali
L’ebraismo riformato nacque in Germania nel sec. XIX come un diverso approccio nei riguardi della Halakhah; conobbe una vasta diffusione in Germania, Polonia e negli USA.
La Wielka Synagoga di Varsavia (nella foto), completata nel 1878 dall’architetto Leandro Marconi, era la sinagoga (ma anche il fulcro artistico–culturale) della comunità ebraica riformata di Varsavia; nel tempio riformato si tenevano concerti corali, organistici e da camera.
Il 16 maggio 1943, a tragico coronamento della distruzione del Ghetto di Varsavia e della conseguente deportazione degli eroici combattenti del Ghetto verso Campi di concentramento e sterminio, il generale tedesco Jürgen Stroop distrusse la Wielka Synagoga; il simbolo del crollo di Varsavia ebraica e della sua immensa vita culturale è la distruzione di una sinagoga riformata.
A prescindere dagli aspetti halakhici che lo differenziano nettamente dall’ebraismo ortodosso e tradizionale, è indubbiamente merito dell’ebraismo riformato (favorevole all’uso di strumenti musicali anche non convenzionali, formazioni corali miste e cantanti solisti di entrambi i sessi durante Shabbath e festività) se la musica religiosa strumentale e corale mista della prima metà del sec. XX si è sviluppata anche nei Campi di concentramento.
È noto che l’uso dell’organo durante Shabbat era consentito in numerose comunità ebraiche ortodosse (in alcuni casi l’organista non era ebreo) e che, sino al più recente avvento della conduzione elettrica dalla consolle alle canne, l’organo veniva azionato da mantici con relativo impiego di assistente manticista (sull’harmonium è l’organista ad azionare direttamente i mantici).
Meno probabile è che nelle suddette comunità ortodosse l’organo accompagnasse cori misti e cantanti ambosessi, chitarre, violini, quartetti d’archi o addirittura venisse sostituito dal pianoforte come nell’uso di numerose congregazioni evangeliche; in ciò consiste la rivoluzione musicale ebraica apportata dal mondo Reform.
Diversi quaderni musicali recuperati nei Campi di Bergen–Belsen, Theresienstadt, Stutthof, Natzweiler–Struthof e altri ancora contengono tefilloth in lingua volgare; l’ebraico era prevalentemente utilizzato per le parti cantate estrapolando testi dall’Amidà o dalla Gheullà ha–Sefer o dalla Shirà o dal testo completo del Kaddish.
L’ebraismo riformato è stato humus fertile per produrre musica in cattività alla pari di altre piattaforme ebraiche; potevamo essere “diversamente” ebrei ma eravamo “egualmente” musicisti.
Francesco Lotoro
(6 dicembre 2017)