Cultura ebraica, viaggio alle origini
Sapienza alienata è il titolo del recente saggio del filosofo Giuseppe Veltri, pubblicato da Aracne e presentato ieri al Centro Bibliografico Tullia Zevi dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. A parlarne con l’autore la professoressa di filosofia morale alla Sapienza di Roma Chiara Adorisio, il professore ordinario di filosofia antica alla Sapienza Emidio Spinelli, introdotti dalla docente di storia ebraica a Tor Vergata e coordinatrice del Diploma universitario in studi ebraici dell’UCEI Myriam Silvera.
Il saggio di Veltri, autore prolifico, professore di lungo corso di filosofia ebraica e direttore del Maimonides Center for Avanced Studies di Amburgo, è sottotitolato “La filosofia ebraica tra mito, storia e scetticismo”. Un testo ampio e complesso, dedicato alla natura stessa della filosofia ebraica, che secondo Veltri ha una certa attitudine allo scetticismo, un discorso già iniziato dal filosofo con il suo precedente “Simone Luzzatto. Scritti politici e filosofici di un ebreo scettico nella Venezia del seicento”.
Tra i temi affrontati da Veltri in “Sapienza alienata” il rapporto tra cultura ebraica, pensiero greco–romano e cristiano, la nascita di una filosofia ebraica nelle fonti cristiane occidentali e il suo abbandono tra Sei e Settecento, e la questione, non di poco conto, dello scetticismo nel pensiero ebraico.
Veltri parte da lontano, dall’Antica Grecia, passando per i secoli della letteratura rabbinica e per il medioevo, e per approdare all’età moderna, il tutto tra molteplici e colti riferimenti, tra i quali un’ampia disamina delle idee del pensatore tedesco Leopold Zunz, tra i padri fondatori dei moderni “jewish studies”. Un percorso affascinante, attraverso secoli di pensiero e di cultura ebraica.
Marco Di Porto
(8 dicembre 2017)