ipocrisia…
La questione della capitale non è mai stata di facile soluzione ed ha sempre portato con sé un carico di tensioni internazionali, mancati riconoscimenti, ipocrisie ed azioni diplomatiche che andrebbero analizzate una ad una per avere un quadro completo della realtà della nostra capitale. Prima di ogni cosa dovremmo comprendere l’atteggiamento degli Stati europei che pur non riconoscendo l’azione del nostro paese, di fatto, lo accettano ed apprezzano che esso abbia fatto ogni sforzo per evitare uno spargimento di sangue e per aver garantito alle minoranze presenti in città una piena autonomia, privilegi e diritti. Purtroppo la reazione di queste stesse minoranze non è stata di collaborazione, né di presa di coscienza dell’avvenuta azione militare che come tale è legittima nella sua essenza di conquista territoriale e liberazione dei quartieri della città che non possono non far parte della nostra millenaria capitale. In effetti, mentre i nostri rappresentanti all’estero, in Germania come in Francia, hanno ricevuto apprezzamenti, addirittura “vive felicitazioni” come affermato da un telegramma inviato in Italia dal sig. Nigra che riportava le parole del sig. Cremieux, membro del governo di Francia nonché Guardasigilli, dalla capitale giungeva lo sdegno e il secco rifiuto di ogni collaborazione con il nostro governo e le nostre istituzioni. Come se questo non bastasse sempre dalla capitale, colui che ne è stato re e governatore fino a prima della nostra conquista, ha definito “ingiusta violenta, nulla e invalida” la nostra presenza che lui chiama “occupazione” e si è dichiarato “prigioniero politico” ed ha invitato l’intera popolazione a non partecipare in nessuna maniera alla vita politica del nuovo paese né come eletti, né come elettori.
Avete letto quanto da me scritto? Di quale luogo e quali anni sto parlando? Di quale capitale? Non si tratta della Gerusalemme di oggi, sebbene compaia l’assurdo sdegno di una “occupazione” e ci sia l’ipocrita diplomazia di un mondo che “accetta” la realtà della capitale dello Stato di Israele pur non riconoscendola. Quanto da me riassunto si riferisce al Settembre del 1870, alla breccia di Porta Pia, alla conquista di Roma capitale, alla reazione delle potenze europee che inviarono “vive felicitazioni” al governo di Sua Maestà Sabauda, a papa Pio IX che non volle accettare in nessun modo la nuova e legittima capitale del Regno di Italia e che diede inizio a sessanta anni di tensione politica tra mondo cattolico e governo italiano. Quanto è facile dimenticarsi della propria Storia ed essere sempre vigili e giudici della Storia altrui.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(8 dicembre 2017)