Da Roma a Padova, i canti delle sinagoghe italiane
Sala gremita al Centro Pitigliani di Roma per la presentazione del cd Shirè Miqdash, che su iniziativa del rav Adolfo Locci raccoglie i più importanti canti della liturgia ebraica. Da Lechà Dodì a Ani Maamin, da Yafutzu a Bachurim. Obiettivo: valorizzare i canti sacri delle sinagoghe, in un itinerario che da Roma (la città in cui è nato) l’ha portato fino a Padova (la città dove è rabbino capo). A condurre la serata il professor Pasquale Troìa.
Ha raccontato il rav a Pagine Ebraiche, in occasione dell’uscita del cd: “La passione per la musica e il canto fanno da sempre parte del mio bagaglio culturale e spirituale. Ho amato da subito la tevāh, il pulpito dal quale il chazzān, l’officiante della sinagoga, canta le preghiere; vi sono salito per la prima volta a 13 anni per il mio bar mitzwāh (maggiorità religiosa) e da allora non ne sono più sceso. Ricordo il detto di un mio maestro che diceva: ‘se il rabbino è la mente di una comunità, il chazzān ne è il cuore’. In effetti, questo detto può essere rappresentativo del mio personale percorso: prima chazzān nelle sinagoghe di Roma e poi rabbino di Padova. La chazzānuth, l’arte dell’officiatura sinagogale, è parte inscindibile, della vita comunitaria e ritengo debba essere curata con passione ed esattezza”.