“Gerusalemme è la capitale,
proprio come Parigi”
Vertice ieri all’Eliseo tra il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Sono d’accordo con Netanyahu quando dice che bisogna dare una chance alla pace: allora fai un gesto per i palestinesi, give a chance” ha detto Macron rivolto all’interlocutore. Per poi aggiungere: “Mi sembra che il congelamento della colonizzazione e misure di fiducia rispetto all’autorità palestinese sarebbero atti importanti”.
“Parigi è la capitale della Francia, Gerusalemme è la capitale di Israele. È così da tremila anni” ha detto Netanyahu a Macron, tra i leader europei che più fortemente hanno criticato la decisione di Trump. Di Erdogan invece Netanyahu ha detto: “Non accetto lezioni di morale da un uomo che bombarda i villaggi curdi in Turchia, imprigiona i giornalisti, aiuta l’Iran ad aggirare le sanzioni internazionali e aiuta i terroristi, in particolare a Gaza”.
La tensione resta alta anche a Gerusalemme stessa, dove ieri un soldato israeliano è stato vittima di un attacco terroristico palestinese.
La decisione di Trump continua ad essere oggetto di opinioni e approfondimenti. Sul Corriere, un’ampia riflessione dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. “Chi ama Gerusalemme davvero, e non solo come slogan politico – scrive l’intellettuale, nipote dell’ex primo ministro Levi Eshkol – non ha bisogno che il presidente degli Stati Uniti gli dica che è la capitale di Israele. E ovvio, che sia la capitale d’Israele. Gli ebrei hanno pregato in direzione di Gerusalemme per i duemila anni di diaspora”. Ma chi ama davvero Gerusalemme, prosegue Nevo, sa anche che la sua esistenza si fonda su un delicatissimo sistema di equilibri e compromessi. “Non sono sicuro che Donald Trump se ne renda conto. Non sono sicuro – sostiene – che sappia di cosa parla quando parla di Gerusalemme”.
Sulla stessa testata così riflette Donatella Di Cesare: “Yerushalaim, capitale di Israele – chi potrebbe non riconoscerlo? – ma anche soglia che Israele è chiamato a oltrepassare. Come ha già fatto, è bene ricordarlo, con la libertà di culto. Ogni rivendicazione nazionalistica, da ambo le parti, è fuori luogo. Qui dove si richiederebbero mitezza, prudenza, perspicacia, l’atto arrogante e fragoroso del trumpismo danneggia sia israeliani sia palestinesi”.
Sul Foglio il direttore Claudio Cerasa lancia un appello: “È arrivato il momento di portare in Parlamento una mozione che prima dello scioglimento delle Camere impegni già questo governo a fare una cosa semplice: a presentare il progetto di candidatura per l’inserimento d’Israele nella lista rappresentativa del patrimonio culturale materiale dell’umanità dell’Unesco”.
Poche righe in genere per raccontare quanto accaduto invece a Göteborg, dove la sinagoga è stata raggiunta sabato notte dal lancio di alcune molotov. “L’attentato di ieri a Göteborg, seconda città svedese, è di matrice incerta, ma ha portato a tre arresti ed è un nuovo segnale di allarme” scrive Repubblica. Nella stessa pagina il quotidiano racconta l’ascesa dei movimenti neonazisti nel paese, attraverso la testimonianza di un giornalista che si è infiltrato al loro interno.
Il Tempo intervista Roberto Fiore, leader del movimento di estrema destra Forza Nuova. Afferma Fiore a proposito del blitz squadrista degli scorsi giorni sotto le redazioni di Repubblica e L’Espresso: “Più passa il tempo e più penso che abbia avuto il risultato di sollevare un problema. Qui c’è ancora, e lo dimostrano le dichiarazioni di Minniti e soprattutto di Gabrielli, uno Stato che è strutturalmente antifascista. E quello dell’antifascismo di Stato è un problema che poi riverbera in tutta un’altra serie di settori: la corruzione, il rapporto con le lobby”.
Con quello che definisce un “flash mob” Fiore sostiene di aver “smascherato l’occupazione del potere da parte di un gruppo politico che attraverso l’antifascismo sta perpetuando la propria influenza”.
Hamza Piccardo, il controverso fondatore dell’Ucoii, si dice sfavorevole (per il momento) alla costruzione di nuove moschee al posto di chiese in disuso. Dice Piccardo alla Stampa: “Bisogna essere realisti. In questo momento c’è un clima politico e sociale che non permette questo tipo di operazioni. Chi è l’amministratore comunale che si inguaia portando avanti una cosa del genere? Meglio non svegliare il can che dorme”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(11 dicembre 2017)