Setirot – Le nostre luci
Sera dopo sera accendiamo i nostri lumi di Chanukkah, recitiamo le berachot, guardiamo felici i più piccoli della famiglia prendere dimestichezza con la chanukkìa, a volte cantiamo. Sui profili Facebook e sui social in generale, per un giorno, al massimo due, regna l’allegria, l’unità tangibile di am Israèl e la certezza che, appunto, am Israèl chai ve chaiàm. Emerge prepotente in tutta la sua forza il senso profondo della nostra fede/cultura/identità monoteistica che ci preserva profondamente da ogni deformazione pagana. Poi passano le ore, navighiamo in rete da osservatori, a volte da attori, e quel “ci preserva”, ai miei occhi, si trasforma in “ci dovrebbe preservare”. Perché è un fatto innegabile che l’idelogia (politica), l’estremismo diffuso delle posizioni riguardo alle scelte del governo israeliano – non di Israele, che tutti amano/amiamo – rende “pagane” le nostre menti e talvolta le nostre azioni. Quasi, ironia malvagia della storia, che l’essere filo oppure anti Netanyahu & C. si tramutasse, vergognosamente, in un nuovo vitello d’oro.
Chag Chanukkà sameach.
Stefano Jesurum, giornalista
(14 dicembre 2017)