sogno…
Genesi 41, 7-8.
“Il faraone si svegliò: era stato un sogno. Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò convocò tutti gli indovini e tutti i saggi dell’Egitto. Il faraone raccontò loro il sogno, ma nessuno lo sapeva interpretare al faraone.”
Il sonno turbato è segno di angoscia ancestrale, di coscienze che macinano pensieri, di paure, di predisposizioni intime verso il mondo.
Da sempre le umane culture antiche vedono nel sonno turbato un mezzo di comunicazione con Dio, un luogo di messaggi profondi, un vicolo di non ritorno con il dialogo con se stessi, che lo si voglia o meno. La cultura popolare della mia città natale insegna: ” ‘A capa ncopp’ ‘o cuscino volle… Chello che sta ‘a dinto, ‘a notte iesce fora…”. Tutte massime che non lasciano spazio a fughe morali: una testa che bolle vuole dirci o ricordarci qualcosa. Che ci sia Giuseppe o meno ad interpretare i nostri sogni può non importare, dovrebbero bastare i pensieri sul cuscino a dare un senso morale al nostro agire.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino