La guerra dei simboli
È in corso, ormai tradizionale in questo periodo dell’anno, la guerra dei simboli religiosi che poi tornerà in soffitta fino al periodo pasquale. Da liberale vedo la soluzione nella neutralità della sfera pubblica rispetto a quella religiosa, di qualsivoglia espressione, ma pragmaticamente mi rendo conto che l’Italia è ancora lontana dal sano concetto di separatismo, nel reciproco rispetto, cavouriano.
E allora trovo incomprensibile il vietare un simbolo per “non offendere” altre fedi, perché un simbolo religioso che non si cerchi di imporre al prossimo non è certamente ostile.
Rimando però al mittente quel goffo tentativo, peraltro lesivo del valore stesso di quei simboli per i relativi credenti, di “giustificarne” l’esposizione conferendo loro un valore “universale” unilateralmente definito tale erga omnes.
La sfera pubblica, la scuola in particolare, educhi quindi alla conoscenza delle varie fedi, rispettando anche chi non crede, e al concetto di rispetto reciproco che ne deve conseguire.
Di presunte pezze che sono peggiori del buco ne abbiamo viste ormai abbastanza.
Gadi Polacco
(17 dicembre 2017)