Informazione – International Edition
Meis, un regalo per Chanukkah
Un regalo per Chanukkah per l’Italia ebraica. Così la Jewish Telegraphic Agency descrive l’apertura del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah a Ferrara, in un testo ripreso dalla rubrica Italics nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition.
Grande l’apprezzamento espresso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini durante l’inaugurazione spiega ancora Ada Treves.
Ed è sempre Chanukkah a Casale Monferrato, dove ha sede il Museo dei Lumi, con i suoi 185 candelabri, si legge in un approfondimento del Forward firmato da Ruth Ellen Gruber. Di tradizioni legate alla festa delle luci parla anche l’economista errante Susanna Calimani, che nel suo appuntamento mensile sull’edizione internazionale di Pagine Ebraiche svela un piccolo episodio di confronto tra colleghi a Francoforte, in cui una battuta dallo spiacevole sentore antisemita viene evitata per il rotto della cuffia.
La settimana scorsa a Parma si è poi tenuta la finale del concorso di composizione di musica ebraica organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con Parma OperArt e sotto la direzione artistica del Maestro Riccardo Joshua Moretti. Vincitore tra i partecipanti da tutta l’Europa e Israele, il brano Shirah del compositore Luka Lodi (a tradurre l’articolo in inglese Sara Volpe, studentessa della Scuola traduzioni e interpreti di Trieste che sta svolgendo il suo tirocinio presso la redazione UCEI).
Per i lettori non di lingua italiana, anche l’intervista al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni a proposito della nuova legge sul biotestamento e delle sue implicazioni halakhiche.
“Non c’è contrarietà a monte, ma esistono diverse condizioni che dovranno essere verificate nel momento dell’effettiva attuazione di quanto disposto. Perché la sacralità della vita è un concetto centrale e irrinunciabile, e quindi l’ipotesi di sospensione di solidi e liquidi resta fortemente avversata: significherebbe far morire di fame o di sete una persona. Al tempo stesso dobbiamo tener conto di situazioni più estreme, come nei casi di vero e proprio accanimento terapeutico nei confronti di pazienti le cui condizioni di salute risultano gravemente compromesse. È chiaro che il nostro approccio a queste situazioni non potrà non tener conto del contesto particolare in cui ci si trova ad agire” ha sottolineato il rav.
Infine, è il tedesco la lingua settimanale di Bechol Lashon, con una riflessione di Anna Foa sui fenomeni di odio e intolleranza che pervadono la società (traduzione della studentessa Milena Porsche).
Rossella Tercatin
(19 dicembre 2017)