“Mio bisnonno al Pantheon,
ne parlerò col Vaticano”
“D’ora in avanti Paolo Gentiloni e il governo non avranno più nulla a che vedere con la questione, le parole di Gentiloni sono un suo pensiero personale, che rispetto”. È quanto afferma Emanuele Filiberto in una intervista al Tempo a proposito delle dichiarazioni del premier che ieri, interrogato da Pagine Ebraiche nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, aveva spiegato che l’ipotesi di un trasferimento della salma del re Vittorio Emanuele III al Pantheon “non sta né in cielo, né in terra”. Afferma il bisnipote dello sciagurato sovrano: “A gennaio chiederò udienza al cardinale di Stato Vaticano. Vede, i politici hanno un periodo di durata assai limitato nel tempo. Noi Savoia abbiamo più di mille anni di storia alle spalle, e di tempo ne abbiamo. E io non ho dubbi su questo: Vittorio Emanuele III deve essere traslato al Pantheon”.
Sul Corriere ampio approfondimento dedicato alle iniziative che si stanno mettendo in campo per il 27 gennaio, Giorno della Memoria, in particolare quelle rivolte ai più giovani. Tra le altre si segnala Run for Mem, la corsa per una Memoria consapevole organizzata dall’UCEI (quest’anno l’appuntamento è per il 28 gennaio a Bologna). Spiega la Presidente dell’Unione Noemi Di Segni: “Il messaggio è che la vita continua ma sempre nella consapevolezza del passato, di quello che è stato”. Tra le iniziative che vengono poste in evidenza nell’articolo l’apposizione di nuove pietre d’inciampo a Milano (coordinamento di Liliana Segre) e Roma (coordinamento di Adachiara Zevi). Sempre il Corriere, in un diverso spazio, spiega come a gennaio le responsabilità di Vittorio Emanuele III nelle promulgazione delle Leggi Razziste saranno discusse a Roma, in un processo simbolico all’Auditorium Parco della Musica che si svolgerà il 18 gennaio. L’evento, promosso per il Giorno della Memoria dall’UCEI, è curato da Viviana Kasam e Marilena Francese.
Approvata dalla Knesset, il Parlamento israeliano, una legge che limita i poteri della polizia nei casi di presunta corruzione. Scrive al riguardo Repubblica: “L’ostruzionismo più duro della legislatura non è passato: e alla fine di due giorni e tre notti di discussioni sugli argomenti più vari (dalle uova migliori da comprare, ai diritti dei palestinesi di Gaza) l’opposizione israeliana ha dovuto piegare la testa”. Titola il quotidiano: “Lo scudo di Bibi per fermare le accuse di corruzione”.
In una intervista al Corriere Silvio Berlusconi esprime la sua ferma contrarietà alla legge sullo ius soli. Afferma il leader di Forza Italia: “Sono contrarissimo a questa legge, che per la cittadinanza prevede che basti qualche adempimento formale. Non credo debbano diventare italiani coloro che, per esempio, tengono le loro donne segregate, non credono nella libertà religiosa, simpatizzano per i terroristi, odiano i cristiani o gli ebrei, neppure se hanno seguito cinque anni di studi in una scuola italiana”.
“Lo sviluppo della capacità di dialogare continua a essere un tema in sospeso in seno all’umanità. La parola sensata è la miglior barriera contro la violenza, quando chi si ha di fronte è disposto ad ascoltare. Ma messaggi vacui e spesso pieni di violenza stordiscono quanti si sforzano di ascoltare la voce che proviene dalla loro coscienza”. È quanto scrive il rabbino argentino Abraham Skorka, storico amico di papa Bergoglio, in un editoriale pubblicato dall’Osservatore Romano. L’invito è a impegnarsi con i valori “che sanno di giustizia, equità, misericordia e pietà e, per quanto possibile, diffonderli”.
Sul Foglio fari puntati sugli slogan di odio anti-ebraico pronunciati negli scorsi giorni in molte piazze d’Europa (tra cui Milano). In particolare si fa riferimento alla manifestazione-presidio di Piazza Cavour, dove è risuonato lo slogan antisemita: “Khaybar, khaybar ya yahud, jaish Muhammad saya’ud'” (“Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà”. Un coro fragoroso, si legge, ripetuto otto volte dai manifestanti.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(29 dicembre 2017)