Salvini strizza l’occhio ad Orban
“Soros? Sarà messo al bando”
“Soros e i suoi miliardi pro clandestini saranno messi al bando: persona (e soldi) indesiderati”.
No, non è un messaggio del premier ungherese Orban. Ad esibirsi nella peggior immondizia populista, sulla stessa lunghezza d’onda delle campagne ordite in questi anni dal governo magiaro, molto spesso solleticando i peggiori istinti antisemiti dell’elettorato di destra, è il segretario leghista Matteo Salvini.
Un post, su Facebook, che ha presto fatto il giro della rete. Un messaggio agli italiani, alla vigilia di una campagna elettorale che si annuncia particolarmente infuocata, in cui lo stesso ha confessato di ammirare proprio il governo ungherese, ma anche l’Austria e la Polonia tra gli altri. Paesi al centro delle cronache per l’inquietante ascesa di gruppi nazionalisti e xenofobi, oggi anche partiti di governo, e “attenzionati” da una Unione Europea sempre più spaventata dal consenso che forze anti-sistema sta conquistando all’interno dei confini continentali. Paesi che, per Salvini, “hanno saputo difendere i loro confini e la loro cultura”.
I social, come spesso accade, il veicolo più efficace per diffondere messaggi destabilizzanti. Il 2018, in questo senso, si annuncia come l’anno della verità dopo mesi di paccottiglie, bufale, fake news ai massimi livelli. Scrive al riguardo il Corriere: “I prossimi 12 mesi si aprono con gli effetti di quanto accaduto: oggi in Germania scadono i primi tre mesi di rodaggio della legge che prevede fino a 50 milioni di multa alle piattaforme che non si dimostrino in grado di cancellare contenuti d’odio e bufale in un lasso di tempo compreso tra le 24 ore e i sette giorni dalla denuncia in base alla gravità”. Sulla Germania, viene spiegato, sono puntati gli occhi di tutto il mondo, Italia compresa. Svariati infatti sono i contesti in cui si stanno valutando interventi normativi per inchiodare le piattaforme alle loro responsabilità.
(31 dicembre 2017)