Antisemitismo, autorità religiose non possono rimanere in silenzio’
Serve una voce chiara da parte dell’autorità, in particolare quelle religiose, che stigmatizzino e condannino le manifestazioni antisemite in Europa e in Italia. Lo aveva sottolineato di recente la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, facendo soprattutto riferimento alla manifestazione filopalestinese svoltasi a Milano il 9 dicembre scorso in cui alcuni manifestanti avevano urlato slogan antisemiti in arabo. Un fatto inquietante su cui ha scelto di intervenire anche il presidente dell’Assemblea dei rabbini italiani rav Alfonso Arbib. In una lettera pubblicata dal Corriere della Sera (5 gennaio 2017), il rav dichiara: “Siamo rimasti sconcertati dal fatto che in Italia possano risuonare slogan che invitino a massacrare gli ebrei. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a prese di posizione sull’argomento da parte di politici milanesi e non, in particolare la denuncia dei deputati Piano e Bussolati e la dichiarazione del sindaco Sala. Crediamo però che ciò non sia sufficiente. II prossimo 27 gennaio ricorrerà il Giorno della Memoria e in quell’occasione sentiremo certamente e giustamente parlare dell’indifferenza che ha permesso l’attuazione della Shoah. Oggi dobbiamo dolorosamente constatare che quell’indifferenza continua ancora”. Parole simili a quelle rivolte dalla presidente Di Segni nel suo intervento: “Non è tollerabile che nelle piazze italiane risuonino impunemente queste parole e questi sanguinari inviti. Serve pertanto, da parte delle istituzioni, la massima fermezza possibile nella repressione di tali impulsi così come nella prevenzione consapevole, senza sottovalutare alcun intento e potenziale sviluppo. – sottolineava la presidente UCEI – E inoltre, per il futuro, un controllo ancor più rigoroso affinché manifestazioni di questo genere, se portatrici anche solo potenzialmente di tali messaggi, non siano più autorizzate e prevedano in ogni modo, anche laddove sembrano promosse in nome della libertà di espressione e di manifestazione, la scrupolosa verifica di organizzatori e partecipanti. Nel ribadire la nostra profonda gratitudine alle forze dell’ordine per quanto viene fatto ogni giorno per garantire la sicurezza di tutta la cittadinanza, ribadiamo anche l’appello ad una più rigorosa consapevolezza. Se le leggi esistono ha senso che siano applicate con fermezza”. Di Segni ribadiva inoltre come fosse necessario sentire la voce dell’Islam italiano a riguardo, in particolare di quelle associazioni musulmane sedute oggi intorno al tavolo formalmente costituito presso il Ministero degli interni. Voce che invece, salvo eccezioni, è rimasta in silenzio, scrive rav Arbib, parlando di reazioni assenti da parte delle autorità religiose, anche quelle islamiche. “Le autorità potrebbero e dovrebbero esprimere senza calcoli politici l’indignazione morale per quanto sta avvenendo e dovrebbero dare un serio e concreto contributo per un cambiamento che vada al di là degli slogan e del politicamente corretto e ribadire con forza riguardo alla pericolosità di ciò che sta avvenendo”. Intanto, in una lettera di ringraziamento al sindaco Sala – che ha condannato l’episodio di antisemitismo -, i presidenti della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso e Milo Hasbani hanno chiesto che quanto accaduto il 9 dicembre venga discusso in Consiglio comunale.