La rivolta omessa
Tre settimane fa, in occasione di Chanukkà, parlavo della rivolta dei Maccabei dimenticata dai libri di storia. Mentre ci avviciniamo al Giorno della Memoria mi accorgo di un’altra rivolta ben più recente il cui ricordo sembra appannarsi sempre di più, quella del ghetto di Varsavia. Basti pensare che nel film uscito da poco “La signora dello zoo di Varsavia” l’insurrezione del ghetto è sparita quasi del tutto (si sente solo un appello via radio che pare cadere nel vuoto). Una simile scelta narrativa alcuni decenni fa sarebbe sembrata impossibile: allora non si poteva neppure nominare il ghetto di Varsavia senza pensare automaticamente alla rivolta. Se ne parlava continuamente, a scuola e nei movimenti giovanili; persino durante il seder di Pesach si era diffusa l’usanza (che alcuni mantengono tuttora) di recitare il rituale della rimembranza, un passo che connette il ricordo dei sei milioni di ebrei uccisi nella Shoah alla festività proprio perché, si afferma, la rivolta del ghetto di Varsavia è scoppiata nella prima sera di Pesach (e se la coincidenza di date non è esatta diventa ancora più significativa perché voluta). Forse allora qualcuno esagerava l’importanza della rivolta, dimenticando che essa aveva coinvolto solo un’esigua minoranza degli ebrei rinchiusi nel ghetto; oggi mi pare che si tenda a cadere nell’errore opposto, e il film sopra citato ne è un esempio significativo. Sarà forse perché la rivolta era guidata da movimenti di sinistra? Vorrebbe dire che l’attuale crisi della sinistra – in generale e nel mondo ebraico – si riflette all’indietro anche sulla Memoria della Shoah?
Anna Segre