JCiak – La maestra d’asilo in America
Lisa Spinelli ha quarant’anni, vive a Staten Island con un marito gentile che la ignora e lavora in un asilo. Le sue giornate si ripetono monotone fino allo stordimento. L’unica felicità le viene da un corso serale di poesia. Tutto però cambia quando Lisa scopre che nella sua classe c’è un bimbo poeta, così bravo da sembrarle un prodigio. La donna si dedica alla sua nuova scoperta ma l’entusiasmo finisce presto per sconfinare nell’ossessione.
Se vi ricorda qualcosa, siete nel giusto. È la trama di The Kindergarten Teacher (2014) dell’israeliano Nadav Lapid, presentato con successo a Cannes, su cui si basa l’omonimo nuovo film diretto da Sara Colangelo (Little Accidents) che nella parte della maestra d’asilo schiera una notevole Maggie Gyllenhaal.
In presentazione all’imminente Sundance Festival, The Kindergarten Teacher – nel cast anche Parker Sevak, Rosa Salazar, Anna Baryshnikov, Michael Chernus e Gael García Bernal – rilegge in chiave americana una storia che già nella sua prima versione aveva incantato gli spettatori.
Poetico e surreale, il lavoro esplora i labili confini tra realtà e immaginazione. Quando il suo piccolo alunno le annuncia di aver scritto una poesia, la maestra rimane affascinata. In quei versi ellittici e diseguali le sembra di intravvedere il dono di una creatività di cui non sarà mai capace. Lo incoraggia a continuare ma, mentre ne coltiva le doti poetiche caricandolo delle sue aspirazioni mancate, la donna non si accorge di oltrepassare i limiti.
La fascinazione scivola presto in una fissazione che la spinge a rischiare la carriera, la famiglia e perfino la libertà pur di proteggerlo dalla volgarità e dall’asprezza del mondo che per lei s’incarnano nei parenti del piccolo.
The Kindergarten Teacher percorre i confini di un territorio misterioso, senza mai scadere nel sentimentalismo o nel morboso in una secca condanna del materialismo che ci sommerge. Il poeta in erba è la voce di un’innocenza che non può né deve trovare spazio nella società contemporanea.
Suo padre non sa che farsene di quelle poesie e lo spettro del fallimento è sempre presente nella figura dello zio, autore di un volume in versi e giornalista da due soldi. In questo mondo dove le urla zittiscono i moti dell’animo, una maestra d’asilo si rivelerà un baluardo sin troppo fragile.
Daniela Gross