Shir shishi – Kaddish, o Che sia grande il Cielo
Quando ci lasciano persone care, la parte razionale della nostra esistenza viene sovrastata dal dolore e dal caos, dal subbuglio primordiale così vicino al Tohu Vavohu che precedette il faticoso lavoro della creazione del mondo in sei giorni. Il buio ci riavvolge e se la dipartita non è di una persona anziana “sazia di giorni” come il patriarca Abramo e che “ha visto il bene”- come dice di Isacco il poeta Haim Guri – si vive un senso di strazio e confusione.
Nel corso dei secoli, in particolare dal Medioevo in poi, l’ebraismo ha elaborato e in seguito stabilito chiare normative, estremamente umane e dignitose, per aiutare i perplessi e gli smarriti. Il rabbino Asher ben Yekhiel, conosciuto con l’acronimo HARO”SH (Germania XIII sec.), ha diffuso l’uso del Kaddish, il breve testo in aramaico che loda Dio per la sua grandezza, solleva a sfere superiori le suppliche disperate di noi mortali e santifica la vita su cui regna un ordine divino, che supera ogni spiegazione.
Nelle scorse settimane in Israele sono mancati Ronit Matalon, una grande scrittrice ed intellettuale di origine egiziana e Aharon Appelfeld, fondamentale voce della Memoria.
יהי שמם צרור בצרור החיים
Sia magnificato e santificato il Suo grande nome, nel mondo che Egli ha creato conforme alla Sua volontà, venga il Suo Regno durante la vostra vita, la vostra esistenza e quella di tutto il popolo d’Israele, presto e nel più breve tempo. Amen. Sia il Suo grande nome benedetto per tutta l’eternità. Sia lodato, glorificato, innalzato, elevato, magnificato, celebrato, encomiato, il nome del Santo Benedetto. Egli sia, al di sopra di ogni benedizione, canto, celebrazione, e consolazione che noi pronunciamo in questo mondo. Amen. Scenda dal cielo un’abbondante pace ed una vita felice su di noi e su tutto il popolo d’Israele. Colui che fa regnare la pace nell’alto dei cieli, nella Sua infinita misericordia la accordi anche a noi e a tutto il popolo d’Israele. E dite Amen.
Sarah Kaminski, Università di Torino