“Dialogo, una lunga prospettiva”
“La prospettiva che ci deve guidare è quella del lungo periodo. Tanto resta da fare, ma se ci guardiamo indietro il bilancio è senz’altro positivo”.
Lo ha sottolineato David Meghnagi, docente dell’Università degli Studi Roma Tre e assessore alla Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, intervenendo nel corso di una conferenza organizzata nella sede della Pontificia Università Gregoriana in occasione della XXIX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei. Organizzato dall’Ufficio Ecumenismo e Dialogo del Vicariato di Roma e dal Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici, l’incontro ha avuto come relatori anche monsignor Pino Pulcinelli e padre Felix Körner.
La relazione tra ebrei e cattolici, ha affermato Meghnagi, “va coltivata a partire dalle piccole cose”. E deve essere sviluppato all’insegna della massima sincerità, facendo sì che anche le criticità aperte non siano lasciate fuori dal confronto. “Il dialogo è un albero che sta crescendo, come quello che piantammo nel ’95 nei giardini vaticani insieme al rav Elio Toaff. Ma per farlo crescere ulteriormente – ha osservato Meghnagi – c’è bisogno di coerenza”.
Coerenza nelle piccole, come nelle grandi cose. Riferendosi ad esempio al voto Unesco che ha negato la radice ebraica di Gerusalemme, l’assessore UCEI si è detto deluso dal fatto che questo voto non sia stato condannato dai vertici della Chiesa. Un silenzio, la sua riflessione, che svelerebbe un grave pericolo nel breve e lungo termine. “Il rischio che il Dialogo tra Cristianesimo e Islam avvenga sulla pelle del dialogo ebraico-cristiano. Un rischio – le sue parole – che non possiamo permetterci”.
Diversi i temi toccati nel confronto: la traccia lasciata dal rav Laras e dal cardinal Martini; la salvaguardia della minoranza cristiana in Medio Oriente, con Israele unico paese della regione a tutelarne l’integrità; la necessità che i viaggi che portano milioni di pellegrini a Gerusalemme e dintorni contemplino una visione più ampia dell’area.
“Non solo Terra Santa, ma anche Eretz Israel. Aiuterebbe a smontare molti pregiudizi”.
(15 gennaio 2018)
(15 gennaio 2018)