…Abbas
Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen, è stato eletto presidente dell’Autorità Palestinese il 15 gennaio 2005. Il suo mandato è scaduto ufficialmente nel 2009, anche se poi è stato eletto presidente a vita dal Consiglio Centrale dell’OLP. Da allora Abbas siede privo di legittima autorità nel vecchio edificio della polizia britannica oggi sede del governo di Ramallah. Da giovane, Abbas ha scritto a Mosca una tesi di dottorato nella quale con la massima serietà cerca di valutare se il movimento sionista sia stato complice dei nazisti nella Shoah. L’altro giorno al Consiglio Nazionale Palestinese, Abbas ha tenuto un bellicoso discorso in cui ha dichiarato decaduti gli accordi di Oslo, ha escluso ogni possibilità di mediazione americana nel conflitto con Israele, e ha sciorinato una vetusta serie di luoghi comuni anti-israeliani e antisemiti. A suo favore, va peraltro ricordato che Abbas ha per lo più mantenuto un atteggiamento contrario al terrorismo e ha cercato di coordinare le azioni preventive con i servizi israeliani. Per questo, fra le correnti palestinesi più militanti, Abbas è una figura odiata e commiserata, la cui funzione principale è quella di evitare la sanguinosa guerra di successione che inevitabilmente avverrà il giorno della dipartita dell’ultraottantenne. Non avevamo mai sentito dire da Abbas una frase intelligente o spiritosa. La storica prima è avvenuta proprio durante il suo ultimo intervento in cui ha citato la graduatoria mondiale delle squadre nazionali di calcio stilata periodicamente dalla FIFA. Ebbene sì: secondo l’ultimo elenco diramato il 21 dicembre scorso, su 206 federazioni calcistiche la Palestina si piazza all’ottantesimo posto, mentre Israele occupa il novantottesimo. Il sorpasso è avvenuto alla grande. Per chi crede fermamente che altri tipi di sorpasso – demografico, politico, militare – non siano possibili, ecco stabilito un significativo precedente.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme