Cavaglion, partigiano coraggioso

Mettendo più volte in pericolo la propria vita, insieme al fratello Riccardo, si era prodigato affinché agli ebrei perseguitati che cercavano la fuga di passaggio nelle valli del Cuneese fossero forniti un rifugio, abiti e documenti falsi. Oltre alle informazioni più dettagliate sui rastrellamenti nazifascisti in corso, così da evitare la cattura.
Questa la motivazione che ha portato l’organizzazione ebraica B’nai Berith, nella figura del suo direttore mondiale Alan Schneider e in quella del presidente della sezione milanese Paolo Eliezer Foà, a conferire all’ex partigiano Enzo Cavaglion, 98 anni, la “Jewish Rescuers Citation”. E cioè il riconoscimento attribuito a quei cittadini ebrei che, al tempo delle persecuzioni, aiutarono con grave rischio personale dei correligionari braccati.
A ritirare l’onorificenza a nome del padre e dello zio, mancato cinque anni fa, lo studioso Alberto Cavaglion. Una cerimonia privata e dal forte significato simbolico, cui sono intervenuti tra gli altri anche il sindaco di Cuneo Federico Borgna e il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni.

(22 gennaio 2018)