LETTERATURA Appelfeld, i giorni in cui tornò la luce
Aharon Appelfeld / Giorni luminosi / Guanda
Si intitola “Giorni luminosi” l’ultimo romanzo dello scrittore israeliano Aharon Appelfeld, scomparso di recente, autore di numerose opere tradotte in tutto il mondo. In molte di esse ha narrato la sua esperienza di scampato alla Shoah e questo suo ultimo libro, pubblicato poche settimane fa in ebraico e in uscita in Italia per Guanda nella traduzione di Elena Loewenthal, racconta ancora una volta una storia legata alla seconda guerra mondiale.
Questa volta Appelfeld si concentra sul periodo successivo alla liberazione: è finita la guerra e Theo, giovane ebreo sopravvissuto a un campo di concentramento tedesco, vuole rientrare nel suo paese, in Austria. La strada è lunga e lui è solo e senza mezzi, ma non si lascia vincere dallo sconforto.
Lungo il cammino ogni passo, ogni sensazione gli riportano alla mente i giorni felici dell’infanzia, trascorsi per la maggior parte in compagnia della madre, una donna sensibile e delicata, che amava visitare con il figlio cappelle e monasteri cristiani. Il padre di Theo era invece un uomo concreto con cui il bambino non aveva confidenza, dedito al lavoro e sempre impegnato nella libreria di famiglia. L’incontro fortuito con Madeleine, una cara amica di gioventù del padre, di cui Theo si prende cura per un po’, fa però vacillare alcune delle sue certezze…
Un commovente affresco dei giorni successivi alla fine della guerra, in cui riecheggiano gli interrogativi che già sono stati di Primo Levi e Imre Kertész, restituendo lo stato di attesa, di timore, di sospensione tra il ricordo di un passato scomparso e della violenza dei campi e un presente incerto ma anche colmo di speranza.
Marco Di Porto