Torino – Terezin, il ghetto “modello”
Inaugurata a Torino, negli spazi della biblioteca Ginzburg, la mostra fotografica “Terezin. Il ghetto modello di Eichmann”: esposte ventisei immagini di Renzo Carboni, da sempre interessato al tema della Deportazione, che nei suoi scatti, rigorosamente in bianco e nero tranne poche tracce di giallo che richiamo il colore della stoffa della stella di David, propone frammenti e particolari di quel luogo. Carboni infatti opta per una forma di narrazione che racconti il generale tramite il particolare, ecco il perché dei frammenti immortalati dall’obiettivo. La reinterpretazione fotografica del Ghetto di Terezin viene accompagnata dai passi di alcuni libri, ogni fotografia infatti ha una sua didascalia, collante tra l’immagine e le parole.
A presentare la mostra assieme all’autore, è David Sorani, Consigliere della Comunità Ebraica di Torino, che ha ripercorso la storia di Theresienstadt, una realtà tra ghetto e campo di concentramento, dove la resistenza intellettuale dei moltissimi ebrei, chi musicista, chi artista, chi attore, era innanzi tutto una resistenza contro il nemico.
“Per un fotografo che si accinge a visitare Terezin e vuole raccontare il suo passato il metodo più efficace è quello di indagare sulle conseguenze del lavoro del tempo e di far emergere da elementi come i portoni di legno, lo spazio chiuso del ghetto, dal dettaglio della traversina e da un binario sprofondato su uno sfondo nero il rimando ai trasporti verso l’Est, da una ricostruzione di una unità abitativa la sensazione della presenza di chi vi ha abitato, così come fotografare una bara e spiegarne il significato può servire a sottolineare l’estrema razionalizzazione economica dei nazisti. I muri a Terezin raccontano ancora storie per chi sa ascoltare mentre il degrado avanza implacabile portando con sé il rischio dell’oblio insito nella rotaia semisepolta nell’asfalto”, commenta Carboni.
Alice Fubini
(23 gennaio 2018)