Le leggi del ’38 e il calcio
Il Fiuggi-Storia a Presidenti

leggiConquista il Premio Fiuggi-Storia 2017 il saggio del collega Adam Smulevich, Presidenti, pubblicato con la casa editrice Giuntina e dedicato alle vite, ai trionfi ma anche e soprattutto alla rimozione di tre straordinarie figure del calcio italiano – Raffaele Jaffe, Giorgio Ascarelli e Renato Sacerdoti – cancellate dal regime fascista con la promulgazione delle Leggi antiebraiche del 1938.
Un nuovo riconoscimento per un libro che si è letteralmente imposto nel suo genere, risultando tra i più recensiti in assoluto dell’ultimo anno. Ne ha parlato il New York Times, tra gli altri. E praticamente tutta la stampa nazionale. Dal Corriere della Sera a Repubblica, da La Stampa al Sole 24 Ore. E ancora, tra gli altri, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Tuttosport, Avvenire, L’Osservatore Romano. Per non parlare della televisione, dei numerosi approfondimenti di Rai, Sky, Mediaset e Tv2000 dedicati al libro. O ancora degli speciali radiofonici di Rai e Radio 24 e di tanti altre iniziative nate nel solco della sua pubblicazione (qua il link con le recensioni e gli approfondimenti più significativi).
Presidenti, nei prossimi giorni, è atteso da nuovi prestigiosi e stimolanti orizzonti. A partire dall’atteso documentario “1938-Lo sport italiano contro gli ebrei”, curato da Matteo Marani, che per il Giorno della Memoria andrà in onda su Sky Sport 1. Le figure dei tre presidenti al centro di questo progetto inedito per il piccolo schermo.
Presidenti protagonista anche sui canali Rai. Tra gli altri dello speciale sulla Memoria condotto da Ubaldo Pantani, che Raidue proporrà questa sera alle 23.30 e in replica per il Giorno della Memoria. E inoltre di un ampio documentario realizzato dal Tg2, insieme al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in onda domenica 28 gennaio alle 9.15. Punto di partenza il recente oltraggio antisemita ai danni di Anna Frank da parte di alcuni tifosi della Lazio.
“Ho scritto questo libro senza pensare troppo a quello che sarebbe successo dopo la pubblicazione, quando ciò che hai realizzato non ti appartiene più ma diventa proprietà di una comunità di lettori (piccola o grande non fa differenza). È stata una sfida con me stesso, principalmente. Volevo raccontare delle storie di calcio e volevo farlo in un modo un po’ diverso dal solito. Coniugando pallone e Memoria, un valore purtroppo oggi in grave pericolo. E cercando, se possibile, di lasciare un messaggio. Emozioni come queste – afferma Smulevich – ripagano di tutti gli sforzi compiuti”.

(24 gennaio 2018)