Oltremare – Datteri

fubiniI datteri sono uno di quei frutti che in Italia si andava a comperare al mercato, di solito sotto Pesach per fare il charoset (la marmellata che in ogni famiglia ha una composizione e tempi di preparazione o cottura diversissimi, ma alla fine ha la stessa apparenza poco appetitosa di palta pronta per essere spalmata su mattoni e costruire piramidi). L’omino del banco della frutta secca rassicurava che provenivano da Israele, mostrando fiero una scatola con chiarissime scritte in arabo, e tutti felici. Niente meno dei medjuli per il nostro charoset, e fa niente se non sono proprio “Made in Israel”.
In Israele, la questione è meno urgente. I datteri – israeliani e non – sono reperibili abbastanza ovunque, e senza seguire particolarmente le stagioni. Ma sotto Tu Bishvat, che a scuola ci insegnavano essere il compleanno degli alberi, inondano letteralmente supermercati e mercati, insieme va detto a ogni altra frutta secca pensabile. Solo noi ebrei potevamo inventarci una festa degli alberi e della natura nel momento dell’anno meno favorevole a qualunque cosa di verde (sempre in bilico fra siccità e inondazioni, i nostri inverni non sono proprio un trionfo della bellezza di Madre Terra). D’altra parte, noi siamo anche quelli che festeggiano le luci (a Hanukkah) durante le notti più buie dell’anno. Il bastiancontrario che è in noi trova quindi perfettamente normale festeggiare gli alberi mangiando frutta essiccata, noci e noccioline. Quanto ad apporto calorico siamo probabilmente agli stessi livelli dei bomboloni fritti di Hanukkah, con tanto di ripieno di creme o marmellate, quindi si può dire che almeno siamo coerenti, anche dieteticamente parlando.

Daniela Fubini, Tel Aviv

(29 gennaio 2018)