Analisi scorretta
I conti con la storia
Wlodek Goldkorn su La Repubblica; Fabio Nicolucci su Il Mattino e Giovanni Sabatucci su La Stampa hanno spiegato con chiarezza che la legge votata dal Parlamento polacco, che vieta qualsiasi allusione a una responsabilità della Nazione polacca con la Shoah, è un tassello della ricostruzione identitaria della Polonia, la quale anche attraverso questa legge negazionista ricerca una traccia della sua storia nazionale diversa dalla narrativa europea, ritenuta denigratrice del proprio onore. “Si tratta – ha scritto Goldkorn – in fine dei conti di un procedimento xenofobo che si richiama all’immaginario antisemita”.
La proposta di legge approvata a Varsavia pretende di cancellare la partecipazione attiva allo sterminio degli ebrei di quella parte della popolazione polacca che collaborò coi nazisti. Del resto come ha ricordato il Vice-Presidente dalla UE Timmermans “tutti i paesi sotto il giogo hitleriano hanno avuto eroi che hanno resistitito, ma anche collaborazionisti”.
La Polonia decide di fare i conti col proprio passato non con un pubblico dibattito e un confronto democratico – ricorda Sabatucci – ma per legge, e questo è un vero vulnus alla democrazia.
Anche nel nostro Paese i conti con le responsabilità degli italiani nella follia stermirnatrice del nazismo sono cominciati tardi. Tuttavia lo scorso 25 gennaio, celebrando il Giorno della Memoria al Quirinale, abbiamo potuto ascoltare il Presidente Sergio Mattarella dire: “Il Governo di Salò collaborò attivamente alla cattura degli ebrei che si trovavano in Italia e alla loro deportazione verso l’annientamento fisico […] la Repubblica italiana forte e radicata nella democrazia non ha timore di fare i conti con la storia d’Italia, non dimenticando né nascondendo quanto di terribile e inumano è stato commesso nel nostro Paese con la complicità di organi dello Stato, di intellettuali, giuristi, magistrati e cittadini asserviti a una ideologia nemica dell’uomo”.
In Israele le scelte del Parlamento polacco hanno avuto una vasta eco, lo stesso Primo Ministro israeliano è intervenuto presso il Capo dello Stato e il suo omologo polacchi, ma sembra senza successo.
Per questo Nicolucci nota che “si apre così una profonda crepa in quella coalizione tra destre europee e occidentali a cui lavora non da oggi il Premier Netanyahu”. Assistiamo ad una evidente contraddizione dei Governi nazionalisti dell’Europa Orientale, che da una parte negano lo storico antisemitismo dei loro territori, e dall’altra compiono scelte palesemente antiebraiche, mentre forniscono un forte sostegno allo Stato di Israele (Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria si sono astenuti all’assemblea dell’ONU, sulla questione di Gerusalemme).
Anche in Italia la destra è forte sostenitrice di Israele, eppure ha contestato il discorso del Presidente Mattarella del Giorno della Memoria, così come si è opposta alla legge sul negazionismo votata in questa legislatura.
A quanto pare quando si affronta il tema del fascismo questi amici di Israele cambiano atteggiamento nei confronti degli ebrei.
Anselmo Calò
(6 febbraio 2018)