Storie – L’imprenditore e le Leggi
Anche l’imprenditore veneziano Giuseppe Volpi di Misurata, ricordato in Veneto nell’ultimo anno nell’ambito delle celebrazioni del Centenario di Porto Marghera, di cui è stato un grande artefice, disse “si” alle leggi razziste del 1938. Lo evidenzia una pubblicazione appena uscita, finanziata dalla Cisl del Veneto e curata dal professor Mauro Pitteri, che rievoca la discriminazione dei diritti e la successiva deportazione nei campi di sterminio nazisti di molti ebrei veneti. «1938-2018. La persecuzione degli ebrei in Veneto» è il titolo del libro di Pitteri, in cui si racconta la deriva antiebraica del fascismo, fino alla partecipazione attiva alla Shoah. Dalla ricerca emergono le responsabilità di Giuseppe Volpi di Misurata: il conte, ministro delle Finanze con Mussolini, presidente della Confindustria dal 1934 al 1943, a cui sono dedicate tuttora strade e scuole, partecipò attivamente alla riunione del Gran Consiglio del fascismo nella notte tra il 6 e 7 ottobre 1938 che deliberò il programma razziale del regime a cui seguirono le disposizioni di legge. Volpi di Misurata intervenne infatti a sostegno di questa scelta politica. Non era un obbligo: si dichiararono contrari, almeno in parte, altri gerarchi, come Balbo, De Bono e Federzoni. Tra l’altro Volpi nel 1938 divenne presidente del consiglio di amministrazione delle Assicurazioni Generali al posto del dimissionario Edgardo Morpurgo, che, in quanto ebreo, dovette cedere la guida dell’istituto assicurativo a causa delle leggi razziali. Non va dimenticato.
Mario Avagliano
(6 febbraio 2018)