Milano – La Rivoluzione russa e gli ebrei
Sala piena e applausi ad ogni intervallo. Sul palco, il trio klezmer Cidnewski Kapelye (Angelo Baselli al clarinetto, Davide Bonetti alla fisarmonica, Andrea Bugna al contrabbasso) assieme Miriam Camerini, cantante e voce narrante di uno spettacolo dedicato all’intreccio tra la Rivoluzione russa, a cent’anni dall’anniversario, e il mondo ebraico realizzato per la terza edizione della rassegna Fra terra e cielo in corso al Refettorio Ambrosiano di Milano. Tra canti in yiddish e in ebraico, note klezmer e non solo, Camerini – direttrice artistica della rassegna – ha accompagnato il pubblico nell’Est Europa di fine Novecento, raccontando di come nacque lo storico e forse un po’ dimentico Bund, il partito dei lavoratori ebrei o meglio la Federazione generale dei lavoratori ebrei in Lituania, Polonia e Russia (Allgemeine jüdische Arbeiterbund von Litauen, Polen und Russland), costituitosi nel 1897 a Vilna, in Lituania. Durante lo spettacolo prendono forma le parole di Shlomo Anski e della sua Die Shvue (il giuramento), canzone scritta nel 1902 che diventerà l’inno del Bund, come ricorda Camerini attraverso letture che contestualizzano i versi di Anski (autore diventato celebre per il suo Dybbuk).
In quegli anni, viene ricordato al pubblico milanese, migliaia di ebrei sceglievano di migrare verso l’America per sfuggire ai pogrom, altri cominciavano a prendere la strada del sionismo e a fare l’Aliyah in Eretz Israel, altri ancora andarono a riempire le fila del citato Bund. “Un partito madre, un partito di massa, democratico sin dalle sue origini che rappresentava gli ebrei lavoratori perché doppiamente oppressi, in quanto ebrei e in quanto lavoratori”. Questa finestra aperta sulla storia ebraica, apprezzata dai presenti, è proseguita durante fino a raccontare della partecipazione attiva degli ebrei alla Rivoluzione. Un rivoluzione che, ha ricordato Camerini, sembrava quasi annunciata nelle parole della canzone antizarista In ale gasn, composta all’indomani della Domenica di sangue del 1905 quando lo zar Nicola II ordinò all’esercito di sparare sulla folla che manifestava pacificamente a San Pietroburgo.
Il successo dell’iniziativa di ieri prosegue con la cena di Shabbat organizzata nel quadro del programma della rassegna Fra terra e cielo: un’occasione, che da giorni ha registrato il tutto esaurito, per conoscere le regole e il significato del sabato ebraico.