LINGUAGGI Yiddish anconetano: parole, aneddoti e personaggi da riscoprire
Marco Ascoli Marchetti / YIDDISH ANCONETANO / Affinità elettive
Tutte le scienze che indagano sul passato hanno uno straordinario valore, dall’archeologia alla storia: ci fanno comprendere meglio le specificità della società in cui viviamo e la concatenazione di eventi che hanno prodotto il nostro presente. In tale ambito della conoscenza è importante saper raccogliere testimonianze da chi ha vissuto le esperienze su cui si intende riflettere e offrire così alle nuove generazioni un patrimonio prezioso e insostituibile, una banca dati di inestimabile valore. Questo lavoro ti si pone in questa scia: fotografa la comunità ebraica anconetana del Novecento, tramite la ricostruzione della sua “lingua”, caratterizzata da una base derivante dall’ebraico antico immersa nel dialetto locale. L’autore non si limita a elencare vocaboli e a tradurli nel dialetto, non ci troviamo quindi di fronte a un dizionario. Riesce a colorare le vecchie fotografie in bianco e nero e a coinvolgere il lettore: ci troviamo di fronte a una serie di istantanee che alla fine assomigliano a un vero e proprio film. Il suo lavoro si giova soprattutto dei ricordi familiari, delle testimonianze raccolte negli anni passati fra i “vecchi” della Comunità, ormai quasi tutti scomparsi: emerge un quadro non solo della Comunità, ma anche delle relazioni con la società. Una storia di progressiva integrazione e di scambi sempre più intensi, dopo l’apertura del Ghetto. Solo il fascismo e soprattutto la persecuzione nazista riuscirono a ricreare fratture di qualche rilievo fra la Comunità e una parte della società. Gli ultimi 70 anni di storia hanno invece conosciuto un crescente processo di integrazione: in molti casi abbiamo assistito anche a un vero processo di assimilazione. La Comunità oggi si è molto ridotta nella sua dimensione, ma rimane un elemento significativo della realtà dorica.
Ugo Ascoli