…giustizia

Sono sempre di più i punti in comune fra Italia e Israele. Oltre al disordine imperante nelle strade, i modi una po’ sguaiati, una certa capacità di accoglienza ed una grande disponibilità nelle relazioni umane, si aggiunge l’avere un Premier indagato per corruzione. Come sempre la medaglia ha due facce: se non è una bella pubblicità per il proprio Paese, dall’altro dimostra l’esistenza di una magistratura indipendente che è uno dei tratti distintivi di una democrazia. Non mi risultano grandi indagini sui conti di Gheddafi, Mubarak, o Ben Alì, leader di cui io non sento la mancanza perché non possono che aprire la strada a dittature ancora peggiori. Insomma, per chi descrive Israele come una piccola Arabia Saudita questa notizia dovrebbe rappresentare un ulteriore colpo. Purtroppo, però, la lettura sarà esattamente quella opposta. Basta vedere Twitter in queste ore per rendersene conto. Ecco questa è invece una differenza con l’Italia: qualunque cosa succeda, Israele deve sempre scontare delle colpe.

Davide Assel, ricercatore

(14 febbraio 2018)