Israele, in bici con i campioni
“Pedalare nel Negev, che emozione!”
A fare la differenza saranno la lunghezza del percorso, ben 226 chilometri. E le incognite atmosferiche. In particolare una: le raffiche di vento. A maggio il rischio sembra scongiurato, ma chissà. Sulla terrazza di Mitzpe Ramon affacciata sull’omonimo cratere, uno dei luoghi più suggestivi del paese, i cinque ex campionissimi (Alessandro Ballan, Maurizio Fondriest, Paolo Savoldelli, Gilberto Simoni e Andrea Tafi) che stanno percorrendo in anteprima le tappe israeliane del prossimo Giro d’Italia, ospiti del locale ministero del Turismo, sono stati accolti da folate a dir poco intense. Se tra due mesi non ci sarà vento, farà comunque caldo. “Molto caldo” scandisce perfidamente la guida.
Da Beersheva ad Eilat, una tappa interamente desertica attraverso le suggestioni del Negev fino all’estremo lembo di paese affacciato sul Mar Rosso. A Mitzpe Ramon ci si arriva dopo 77 chilometri in leggera salita (si va dai 295 metri sul livello del mare della “capitale del deserto” fino a un massimo di 840). Percorso frizzante, adatto a fughe. L’epilogo della tre giorni israeliana di questa attesissima edizione della corsa rosa.
“Ma se viene un vento come oggi, al terzo giorno di Giro sapremo già chi non vincerà. Corridori leggeri fisicamente che ambiscono a un piazzamento importante potrebbero già staccarsi e perdere minuti decisivi” riflette a voce alta Ballan. Anche perché al traguardo di Eilat mancherebbero altri 150 chilometri, con un gap destinato inesorabilmente ad aumentare specie se davanti ci sarà qualcuno che farà l’andatura.
Dalla vetta del cratere, dove tutti si mettono in posa per la foto di rito, all’alba con colazione a Timna Park (suggestivo sito archeologico non lontano da Eilat). Nell’arco di molti milioni di anni acqua e vento e acqua hanno plasmato la roccia, rendendola opera d’arte. E anche l’uomo ci ha messo del suo, costruendovi antichissime miniere di rame.
Il morale della truppa è alto. Tafi scherza esuberante, un vero toscanaccio dalla mattina alla sera. Mentre Fondriest è una macchina. Non si perde una spiegazione e arriva a ogni sosta preparatissimo. Savoldelli è un fiume di aneddoti e domande e Simoni, grande scalatore, ci regala una sorpresa. A tirare sul rettilineo che porta ad Eilat troviamo anche lui, il meno fisicato dei cinque.
“Bello, tutto molto bello” dice Fondriest all’arrivo. Che però, non ancora pienamente appagato, va a farsi un giro sui monti insieme all’ex ciclista israeliano Niv Libner.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(26 febbraio 2018)