Baluardo

lotoro okTra il 1950 e il 1960 diverse case editrici polacche, israeliane e statunitensi adottarono una linea editoriale che poneva sul medesimo livello contestuale la letteratura musicale prodotta sia nei Ghetti che nei Lager aperti dal Terzo Reich nel Governatorato dal 1939 al 1945; tali pubblicazioni si prefiggevano di offrire un contributo memorialistico alla popolazione ebraica d’Europa discriminata e perseguitata durante la Seconda Guerra Mondiale.
Melodie e canti creati indifferentemente in Ghetti o Campi e pubblicati, pur in assenza di criteri filologici e storiografici o di analisi critica, raggiungevano pienamente tale scopo commemorativo. Nel 1951 Joseph Leftwich pubblicò l’antologia Songs of the Death Camps; nel 1952 il Concerto spirituale per violoncello e orchestra scritto da Giuseppe Selmi nel 1943 presso lo Stalag 328Z Tarnopol (oggi Ternopil, Ucraina) si aggiudicò il primo premio al Concorso Internazionale G.B. Viotti di Vercelli (nel 1961 e nel 1983 la Carisch Milano pubblicò gli spartiti di Preghiera e Triste canto per violoncello e pianoforte scritte a Tarnopol dal medesimo autore).
Il 26 settembre 1952 l’Orchestra Sinfonica e il Coro della RAI di Torino eseguirono il Cantico delle Creature per soli, coro maschile e orchestra scritto presso lo Stalag XA Sandbostel; Preghiera del Prigioniero, altra opera per medesimo organico scritta da Maggioli a Sandbostel, fu eseguita nel 1956 dall’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma presso la Basilica di S. Maria degli Angeli.
Nel 1959 Bruno Apitz e Jiří Žák – ex deportati a Buchenwald – fornirono documentazione sull’attività musicale a Buchenwald nel volume Nahý mezi vlky. 7 obr. o osvobození Buchenwaldu (Dilia, Praha); l’anno seguente Tito Romano, Giorgio Solza e Roberto Leydi curarono il volume Canti della Resistenza italiana contenente canti creati da deportati e prigionieri italiani in Campi e prigioni nonché canti della guerra partigiana in Italia e canti posteriori al 25 aprile 1945.
09.Karel SvenkIl 7 dicembre 1961 sul magazine statunitense di jazz Downbeat apparve un ampio articolo intitolato Jazz in a Nazi concentration Camp del trombettista e arrangiatore ebreo ceco naturalizzato statunitense Eric T. Vogel, già membro dei Ghetto Swingers a Theresienstadt; nel medesimo anno il Divadlo Rokoko di Praga ricreò l’allestimento della revue Poslední cyklista, ultimo lavoro teatrale prodotto e interpretato nel 1944 da Karel Švenk (nella foto) a Theresienstadt.
Nel 1962 Inge Lammel e Günter Hofmeyer curarono la pubblicazione di Lieder aus den faschistischen Konzentrationslagern (VEB, Leipzig), autentica miniera della produzione corale nei Campi aperti dal Reich dal 1933; nel medesimo anno la Akademie der Künste di Berlino pubblicò alcune opere del compositore polacco Józef Kropiński (deportato ad Auschwitz I Stammlager e Buchenwald) mentre nel 1971 il pubblicista e regista tedesco Erwin Leiser – emigrato in Svezia nel 1938 a seguito della Kristallnacht – pubblicò il docufilm Lieder aus der KZ–Hölle sulla vita di Aleksander Kulisiewicz, nella colonna sonora furono inseriti alcuni pezzi di Kropiński.
La produzione musicale concentrazionaria è una delle più alte forme di documentazione storica; impossibile da trasformare o modificare, l’arte eterea per eccellenza è paradossalmente il più solido e incorruttibile baluardo contro negazionismi e riduzionismi storici.

Francesco Lotoro