Palermo ricorda il Giusto Caronia

Schermata 2018-03-07 alle 14.10.38Palermo ha celebrato la prima Giornata in memoria dei Giusti dell’umanità istituita dal Senato della Repubblica italiana, proclamata già nel 2012 dal Parlamento europeo. La famiglia Sonnino e Micol Ferrara hanno fortemente voluto e organizzato il riconoscimento di Giuseppe Caronia nella sua terra natia. Durante le celebrazioni è stata apposta una targa nel Giardino dei Giusti, si è tenuta la cerimonia per la consegna all’Archivio Comunale dei documenti di Eugenio Sonnino circa il riconoscimento di Caronia come Giusto fra le Nazioni da parte dello Yad Vashem di Gerusalemme, ed è stato proiettato un video sui Giusti. La Comunità ebraica di Roma, che nel 2014 ha prodotto il libro sul salvataggio della famiglia Sonnino da parte di Caronia, “La punizione che diventò salvezza”, a cura di Silvia Haia Antonucci e Micol Ferrara, ha patrocinato l’iniziativa, rappresentata da Antonucci, responsabile dell’Archivio Storico della Comunità ebraica di Roma “Giancarlo Spizzichino”.
All’opposizione della targa in memoria di Caronia era presente il sindaco Leoluca Orlando, che ha accolto i discendenti del professor Caronia e della famiglia Sonnino.
Nelle parole del sindaco, è stato forte il richiamo alla memoria come parte attiva del ricordo, capace di esercitare profondi cambiamenti anche nel presente. Orlando ha poi proseguito esortando a vigilare sui fatti della storia, che si presentano con nuove modalità e diversi contenuti, ma sempre riconducibili ai medesimi meccanismi.
Sono poi intervenuti Evelyne Aouate – presidente dell’Istituto siciliano di studi ebraici e punto di riferimento per la realtà ebraica dell’Isola -, Giacomo Sonnino e Luciana, la moglie di Eugenio Sonnino e Maria Pia Caronia, che hanno portato la loro testimonianza.
L’insigne pediatra riuscì a creare, con grandi rischi personali e dopo aver ricevuto dure ritorsioni sul piano professionale, una capillare rete di collaboratori fidati, una zona franca nella follia di quegli anni, nascondendo decine di ebrei nei sotterranei del policlinico Umberto I di Roma.
Il reparto malattie infettive, dove era stato destinato per una sorta di punizione, divenne una filiera di salvataggio.
Queste celebrazioni costituiscono la tappa finale di un lungo percorso, iniziato molti anni fa per volere del professor Eugenio Sonnino, che si adoperò tutta la vita per ottenere questo riconoscimento a Caronia. Nel 2014 è stata anche apposta una targa all’ingresso del reparto di malattie infettive dell’Umberto I di Roma, in ricordo del coraggio e della coerenza di questa grande figura, a cui dobbiamo anche l’inserimento, nell’articolo 32 della Costituzione, del diritto alla Salute.
Emblematica la frase in chiusura del sindaco Orlando, che, focalizzando l’attenzione sui valori come impegno quotidiano, ha concluso: oggi noi non siamo qui per ricordare solo un nome, una data, una strada o una città, siamo qui per fare memoria, e fare memoria significa chiedersi: io cosa faccio? E guardando quel piccolo giardino, i visi delle persone presenti, gli sguardi interessati e intelligenti degli studenti, rivolti alla narrazione di persone anziane, ritorna la speranza, di un filo dorato di civiltà e bontà che, come ha detto Evelyne Aouate, ridà fiducia nell’essere umano.
Nel pomeriggio si è tenuta poi una tavola rotonda moderata da Myriam Silvera, coordinatrice del Diploma Universitario in Studi Ebraici dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, a cui hanno partecipato: Eliana Calandra, dirigente del Sistema Bibliotecario e Archivio Cittadino, Vincenzo Geluso, sindaco di San Cipirrello, Guido Vaglio, direttore del Museo Diffuso della Resistenza di Torino, Maria Giuseppa Caronia, nipote di Giuseppe Caronia.