Roma, un giardino per i Giusti

Salvo D’Acquisto, il carabiniere napoletano che sacrificò la propria vita per salvare quella di tanti civili. Irena Sendler, l’infermiera polacca che fece scappare 2500 bambini ebrei dal Ghetto di Varsavia. Il tedesco Armin T. Wegner, che per primo documentò il genocidio armeno e si oppose poi alla Shoah. Etty Hillesum, la giovane intellettuale olandese il cui Diario ha emozionato milioni di persone in tutto il mondo. Mohamed Naceur (Hamadi) Ben Abdesslem, la guida tunisina che ha messo in salvo i turisti italiani durante l’attacco dell’Isis al Museo del Bardo.
A loro sono dedicati i primi cinque alberi del Giardino dei Giusti di Roma, inaugurato ieri a Villa Doria Pamphilj (ingresso via Nocetta 30). Una sfida rivolta in prima istanza alle nuove generazioni è che stata raccolta dall’amministrazione cittadina su impulso di Gariwo, foresta dei Giusti e Adei Wizo.
“Stiamo facendo di questo luogo un simbolo di memoria, di pace e di speranza per onorare chi ha lottato contro ogni forma di ingiustizie e sopraffazione a tutela dei diritti fondamentali. Lo faremo diventare anche un’aula didattica all’aperto per aiutare i giovani delle scuole romane a riflettere sui valori di libertà, democrazia e salvaguardia dei beni comuni ha sottolineato la sindaca Virginia Raggi, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione.
Grande la soddisfazione espressa dal presidente di Gariwo Gabriele Nissim, cui si deve l’istituzione della giornata Giornata dei Giusti dell’Umanità celebrata ieri in tutta Italia, e dalla storica Anna Foa, che è parte del comitato scientifico del giardino insieme a rav Riccardo Di Segni, Giovanni Maria Flick, Antonio Riccardi, Gianni Celestini e Massimiliano Atelli.
Presenti tra gli altri all’evento l’Assessora alla sostenibilità ambientale, Pinuccia Montanari, l’Assessora alla persona, scuola e comunità solidale, Laura Baldassarre e diverse scolaresche.
Nella Giornata dei Giusti da segnalare anche l’iniziativa che si è svolta a Siena, con la proclamazione della Chiesa di Vignano e dell’abitazione delle famiglie Cardini-Adami come “Case di Vita” in ricordo dell’opera di salvataggio di ebrei perseguitati dal nazifascismo. All’iniziativa, promossa dalla Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg e dal Comune, sono intervenuti il sindaco Bruno Valentini, l’arcivescovo Antonio Buoncristiani, la presidente della Comunità ebraica Daniela Misul, il rav Crescenzo Piattelli, esponenti delle famiglie dei salvatori e dei salvati.

(7 marzo 2018)