Pagine Ebraiche Marzo 2018
Raccontare Gerusalemme

Schermata 2018-03-14 alle 14.12.20Era il 1896 quando Alexandre Promio, uno dei primissimi documentaristi, venne mandato dai fratelli Auguste e Louis Lumière a riprendere delle “viste fotografiche animate” di molte città, in tutto il mondo. Gerusalemme era una delle prescelte e Départ de Jérusalem en chemin de fer – partenza da Gerusalemme in ferrovia – il risultato del suo lavoro. Un minuto di riprese che, grazie a una cinepresa montata sul retro di un treno, mostrano gli abitanti della città e sono uno dei primi esperimenti in movimento, la prima ripresa di quella che allora si chiamava Palestina. Gerusalemme, che era all’epoca sotto controllo ottomano, era un soggetto considerato interessante, i Lumière erano certi che il pubblico sarebbe accorso “a vedere la Terra Santa”, incuriosito anche dalla connotazione esotica del luogo. Un altro filmato, dello stesso anno o forse dell’anno successivo, mostra la linea ferroviaria e gli abitanti della città: la folla accanto al treno, un cavaliere, un pope armeno, preghiere al Muro occidentale, e tanti altri spaccati di una Gerusalemme in bianco e nero che ancora oggi sa emozionare e commuovere. Ma le immagini antiche dei fratelli Lumière sono solo uno degli elementi che compongono il ritratto della città: video, documentari, immagini in movimento che sono mostrati in questi giorni a Berlino, al museo ebraico per la grande esposizione temporanea “Welcome to Jerusalem”. 24h Jerusalem, prodotto nel 2014 da Thomas Kufus è un racconto composito. Volker Heise, il regista, ha spiegato di essersi sempre chiesto come fosse possibile narrare davvero una città: “In letteratura c’è l’Ulisse di James Joyce, o Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin, oppure Manhattan Transfer di John Dos Passos. Ma come è possibile fare la stessa cosa visivamente? Poi sono capitato su un articolo che raccontava come alcuni storici britannici avessero chiesto a tutta la popolazione di scrivere loro delle lettere che raccontavano cosa avrebbero fatto un determinato giorno. Solo cose normali in un giorno normale. E mi sono detto che si poteva fare anche con i video. Questa era l’idea giusta. Abbiamo usato venti telecamere, scelto i temi, preparato il lavoro per un tempo infinito. Non è stato facile, ma abbiamo un racconto, che dura 24 ore. Una giornata intera, a Gerusalemme”.

Dossier Benvenuti a Gerusalemme, Pagine Ebraiche Marzo 2018

(Nella foto, 24h Jerusalem – Volker Heise, Thomas Kufus – © zero one film)