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Il Sabato più vicino al Rosh Chodesh Nissan, (quest’anno precisamente coincide con il Capo Mese, inizio del mese di Nissan) è l’ultimo dei quattro Sabati speciali che ci accompagnano verso la festa di Pesach; è chiamato Shabbat Hachodesh “Sabato del Mese”, in quanto, oltre alla Parashà della settimana, leggiamo il brano della della Torah che contiene la prima Mizvah che il Signore stabilisce per il popolo d’Israele, è questo il comandamento che definisce il calendario in base alle fasi mensili della luna e stabilisce come primo mese il tempo della liberazione dalla schiavitù. Nello stesso contesto D.O assegna a Mose e ad Aharon il compito di preparare i figli d’Israele per l’uscita dall’Egitto, predisponendo per ogni famiglia, dal decimo giorno di quello stesso mese, un agnello, con il cui sangue segnare le proprie abitazioni e iniziando ad osservare le prescrizioni sulle matzot e la proibizione delle sostanze lievitate che avrebbero in seguito caratterizzato il ricordo della liberazione nelle celebrazioni di Pesach. Ci si può chiedere che legame ci sia tra questi due argomenti, da un lato il precetto che stabilisce in che modo i figli d’Israele devono tenere il conto del proprio tempo e dall’altro le mizvot che preparano il popolo a ricevere la libertà dall’Eterno. Possiamo rispondere attraverso un midrash riportato nel Bereshit Rabbà (15,30): “A che cosa si può paragonare questo precetto (le norme sul computo del tempo attraverso il ciclo del mese)? Si può paragonare ad un re che possedeva un ricco tesoro che teneva in serbo per il proprio figlio; quando il figlio diviene adulto gli consegna il tesoro dicendogli: tutto questo ho conservato in dono per te finché eri piccino, ora che sei cresciuto te lo consegno, ecco, è tutto per te!” Perché il midrash paragona le norme sul conteggio del tempo ad un grande tesoro? E cosa c’entra tutto questo con la libertà del popolo d’Israele? Forse perché non c’è tesoro più grande che la capacità di saper veramente tenere conto del proprio tempo è non c’è segno di libertà più evidente per il popolo d’Israele quanto il saper vivere il proprio tempo in modo che esso sia segno e dimostrazione di liberazione da ogni forma di schiavitù – “Questo mese sarà per voi” – tempo che è per voi e non per il “faraone” – ma anche tempo di Torah, tempo di Mizvah, in cui proprio queste parole, le parole della Torah “sono la nostra vita e la lunghezza dei nostri giorni”.

Giuseppe Momigliano, rabbino