…Putin

Vladimir Putin ha vinto le elezioni. Niente che non si sapesse già, anche se bisogna ammette che l’ondata di astensionismo tanto auspicata dall’opposizione (in cima dal blogger dissidente Navalnij) non si è verificata. Putin ha vinto col pieno sostegno popolare e con la più importante percentuale mai riscossa durante la sua lunga vita politica. Cosa dice a noi questo risultato assai atteso? Mentre tutti discutono di fake news, di dati rubati, di influenze dall’Est sulle campagne elettorali dell’Ovest, sembra passare inosservato il dato ai miei occhi più rilevante: nel mondo si sta consolidando un potere verticistico che pare più adatto a gestire le complesse dinamiche del mondo globalizzato. Scrivo su questa testata ormai da 8 anni; nei primissimi anni della crisi molto mi concentrai sulla svolta autoritaria ungherese. Nel mio allarmismo, comunque consideravo queste derive politiche come pura espressione della crisi economica mondiale, come fenomeni passeggeri che sarebbero stati assorbiti, anche se bisognava fortemente preoccuparsi dei danni che avrebbero potuto procurare nel breve termine. Oggi devo ammettere che Viktor Orban non diceva stupidate quando affermava apertis verbis che il modello della democrazia liberale era al capolinea e che il mondo si stava orientando verso quel particolare neologismo che prende il nome di “Democratica” e di cui Vladimir Putin è il miglior interprete planetario.

Davide Assael, ricercatore

(21 marzo 2018)