Il mondo ebraico celebra Pesach
Israele alza i livelli di guardia

rassegnaQuesta sera gli ebrei di tutto il mondo si siederanno assieme per celebrare la festa di Pesach. E in Israele sono stati alzati i livelli di sicurezza per la possibilità di attacchi terroristici palestinesi nei giorni di festa. Intanto a far salire la tensione, la manifestazione indetta per oggi dal movimento terroristico di Hamas sul confine tra Gaza e Israele. Questa mattina i giornali israeliani riportano che l’esercito ha sparato contro due persone che stavano svolgendo “attività sospette” vicino alla città di Khan Yunis, nel sud della striscia di Gaza. Uno dei due palestinesi, secondo quanto dichiarato dal ministero della Salute palestinese, sarebbe morto.

In memoria di Mireille Knoll. In piazza del Campidoglio sarà esposta una foto di Mireille Knoll, la sopravvissuta alla Shoah uccisa a Parigi la scorsa settimana in un efferato attacco antisemita. Il Comune di Roma ha così deciso, dopo l’invito della Comunità ebraica capitolina, di ricordare la vittima di quello che il sindaco Raggi ha definito “Un crimine oltraggioso e di una violenza inaudita”. “Un episodio inaccettabile – ha proseguito il primo cittadino – su cui occorre fare subito chiarezza. Roma e noi tutti siamo in prima linea contro ogni rigurgito di antisemitismo. Non dobbiamo mai abbassare la guardia”.

Germania, far fronte all’antisemitismo islamista. L’episodio antisemita in una scuola di Berlino, dove una bambina è stata aggredita da alcuni coetanei musulmani perché ebrea, è diventato un caso nazionale in Germania. “Gli episodi di razzismo e antisemitismo sono in crescita”, spiega Soraya Gomis, commissario contro la discriminazione nelle scuole berlinesi, al Corriere. Il Centro di informazione e ricerca sull’antisemitismo di Berlino ha registrato 18 casi nel 2017, quasi il triplo rispetto all’anno precedente. Ma in realtà la maggioranza degli episodi non viene denunciata, perché le famiglie preferiscono tacere. “È scandaloso e insopportabile che un bambino ebreo venga minacciato”, le parole del neo ministro degli Esteri, Heiko Maas. Si è mosso il Consiglio centrale dei musulmani, spiega il Corriere, che ha messo a disposizione dieci imam per andare nelle classi insieme ai rabbini a promuovere “dialogo, informazione e rispetto reciproco”.

La Lega, il razzismo e il Senato. Sulle colonne de La Stampa il Presidente emerito della Corte Costituzionale Vladimiro Zagrebelsky ricorda che l’unico senatore a non applaudire la Testimone delle Shoah Liliana Segre a Palazzo Madama è stato il neoeletto vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. “Allo sconcerto scandalizzato di chi lo ha rilevato, Calderoli ha risposto: ma no, non avete capito, è solo che io sono contrario ai senatori a vita! Dunque nulla a che vedere con razzismo e antisemitismo”. “Anche un’altra volta – scrive Zagrebelsky- il senatore Calderoli non è stato capito: quando in un comizio tenuto in un grande raduno della Lega ebbe a dirsi sconvolto nel vedere sul sito del governo la fotografia del ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge, le cui sembianze gli ricordavano quelle di un orango”. Il Senato fece da scudo a un possibile procedimento contro Calderoli per quelle affermazioni, coprendole con l’insindacabilità costituzionale. Una decisione ora ribaltata dalla Corte Costituzionale, scrive il giurista, e il tribunale ordinario potrà così procedere contro l’attuale vicepresidente del Senato per il reato di diffamazione aggravato dalla finalità di discriminazione razziale. “Calderoli sorrise dicendo che l’onorevole Kyenge gli faceva venire in mente un orango, – ricorda Zagrebelsky – ma con lui, in quel comizio della Lega, risero le diverse migliaia di festanti convenuti”.

Jarach presidente del Memoriale di Milano. Il Corriere Milano in una breve ricorda la nomina di Roberto Jarach alla presidenza del Memoriale, dopo esserne stato vicepresidente. Ferruccio de Bortoli, che ha ricoperto la presidenza per dieci anni, è stato nominato presidente onorario “per il forte impulso dato allo sviluppo del Memoriale e per l’impegno e la dedizione messi sinora in campo alla guida della Fondazione”. La carica di vicepresidente passa a Milena Santerini, già consigliere della Fondazione, deputato alla Camera nella scorsa legislatura, membro della Commissione cultura, istruzione e sport.

Tutta colpa di Soros. Le prossime elezioni parlamentari ungheresi si terranno l’8 aprile, nel 28esimo anniversario delle prime elezioni tenute dopo la caduta del comunismo nel paese. Quasi sicuramente le elezioni saranno vinte da Fidesz, il partito di destra del controverso primo ministro Viktor Orbán, che secondo i sondaggi ha un consenso superiore al 50 per cento e che, racconta il Venerdì di Repubblica, ha rispolverato il solito bersaglio per questa campagna elettorale: il magnate ebreo americano di origini ungheresi George Soros. “La sua faccia è dappertutto, perché gli ungheresi devono sapere che il Nemico se la ride. – racconta il Venerdì – Il suo volto si fa in quattro, perché sono milioni i migranti con cui questo vecchio ebreo vorrebbe minare l’identità cristiana del continente: sembra science fiction, ma è la campagna elettorale di una capitale d’Europa”.

Carlo Alberto e l’Emancipazione. Il 29 marzo 1848 il re Carlo Alberto firmò il decreto regio che sancì l’Emancipazione degli ebrei del Regno sabaudo. “Quest’anno la Pasqua avrà un sapore particolare per gli ebrei del Piemonte. – scrive a riguardo Elena Loewenthal su La Stampa – Nei giorni intermedi della settimana di festa, se nella piccola sinagoga torinese dove un tempo c’era il forno per le azzime capiterà di rivolgere uno sguardo all’armadio santo – che contiene i rotoli della Torah – dipinto di nero in segno di lutto accorato per la morte di re Carlo Alberto, lo si farà con pizzico di malinconia tutta particolare e una gratitudine indimenticabile”.

Nel cuneese, il ricordo della guerra. Nel corso degli ultimi anni tre stazioni ferroviarie nella zona del cuneese, in Piemonte, sono state trasformate in luoghi di Memoria. A raccontarlo, La Stampa che cita tra gli altri, Borgo San Dalmazzo, dove “c’è un memoriale che ricorda gli ebrei deportati in fuga da Saint-Martin-Vésubie: lì fu attivo un campo di concentramento tra settembre ’43 e febbraio ’44, dove furono radunati 329 ebrei da tutta Europa che scappavano dalla Francia collaborazionista di Vichy”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked