Profughi, Israele ferma rimpatri
ma sfiora incidente diplomatico

rassegnaUn po’ a sorpresa il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato ieri l’annullamento dei rimpatri forzati per migliaia di migranti eritrei e sudanesi verso Ruanda e Uganda. Al contempo Netanyahu aveva parlato di un accordo con l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite: 16.000 persone sarebbero state ricollocate nei prossimi cinque anni in Paesi occidentali – “come l’Italia, la Germania, il Canada”. L’annuncio ha però colto di sorpresa i Italia e Germania, che, come raccontano i principali quotidiani italiani (Corriere, Repubblica, Sole 24 Ore), hanno negato di aver mai raggiunto un’intesa in tal senso con Israele o con l’Unhcr. “L’accordo, in realtà, – spiega La Stampa – prevede che l’Unhcr lavori a livello diplomatico con interlocutori europei e americani per trovare destinazioni consone, in piccoli numeri, visto che il trasferimento dovrebbe avvenire in cinque anni La questione non è quindi ancora risolta, anche perché alle obiezioni internazionali si è aggiunta la fronda interna da parte della destra del Likud e dei partiti conservatori della coalizione, e il premier, in tarda serata, ha detto che l’accordo ‘era sospeso’ e sarebbe stato sottoposto a ulteriori valutazioni”.

Israele e migranti, la reazione italiana. A distanza di nemmeno un’ora dall’annuncio di Benjamin Netanyahu sul ricollocamento di una parte dei profughi africani in Italia, Viminale e Farnesina hanno assicurato di non aver mai saputo nulla dell’intesa tra Israele e Onu. E chiariscono che “le porte rimarranno chiuse” (Corriere). La portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami spiega “solo previo accordo con il governo italiano potrebbero arrivare in Italia alcuni rifugiati e solo a titolo di ricongiungimento familiare con parenti che già vivono qui, quindi si tratta, in sostanza, di pochissimi e specifici casi”. “Non se ne parla di rispondere a Israele, abbiamo gia 600 mila clandestini da espellere e lo faremo appena entreremo in carica”, le affermazioni del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. A parlare a Repubblica è invece un’operatrice che si occupa dei rifugiati eritrei in Israele. Racconta delle torture subite da queste persone (dei 38 mila migranti totali presenti in Israele, 28 mila sono eritrei) prima di raggiungere lo Stato ebraico e delle condizioni di emarginazione in cui vivono attualmente.

Gaza e le mosse di Hamas. Intervistato da Repubblica, lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua sintetizza con un interrogativo quanto accaduto negli scorsi giorni a Gaza, con le manifestazioni organizzate dal movimento terroristico di Hamas e l’uccisione di alcuni dimostranti. “Queste manifestazioni sono una pura provocazione, una pura provocazione. Ce ne siamo andati da Gaza, ci hanno sconfitto nel 2005, adesso che cosa vogliono da noi?”, le parole di Yehoshua. Il bilancio è di 18 morti, riporta la stampa israeliana, mentre “oggi si riunirà in seduta straordinaria il Consiglio della Lega Araba. A chiedere la riunione sono stati i palestinesi, appoggiati da Egitto, Giordania e Kuwait” (Sole 24 Ore).

Un Governo all’Italia. Inizia la settimana delle consultazioni per formare, a un mese dalle elezioni, l’esecutivo. D omani il Presidente Mattarella incontrerà i presidenti di Camera e Senato, il presidente emerito Giorgio Napolitano e i delegati dei partiti che hanno ottenuto meno voti, tra cui “il gruppo per le autonomie”, Fratelli d’Italia e i gruppi misti. Giovedì sarà il turno del Partito democratico, di Forza Italia, Lega e Movimento Cinque Stelle.

Bologna vieta cimeli fascisti, Salvini si indigna. Il 26 marzo scorso il Comune di Bologna ha approvato un provvedimento che vieta di dare spazi pubblici e sale comunali a “soggetti che si richiamano esplicitamente a ideologie fasciste e razziste”. Per il leader della Lega l’amministrazione di Bologna dovrebbe occuparsi d’altro (Repubblica Bologna).

Italiani e Resistenza. Sul Corriere della Sera, Paolo Mieli prende in esame l’indagine dello storico Olivier Wieviorka – Storia della Resistenza nell’Euro occidentale 1940-1945 (Einaudi) – in cui si parla del rapporto tra gli Alleati e le forze di liberazione interne ai paesi del Vecchio continente. Nel libro si spiega che ben pochi italiani prima dell’8 settembre furono disposti a combattere il fascismo.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked