Rav Sacks agli ebrei fiorentini
“Non abbiate paura delle sfide”

“Nella vita prendete rischi e lavorate duro. E se volete essere dei leader abbiate una visione a lungo termine, non temendo di andare contro la massa. È questo che fa la differenza ed è questo che ha fatto la forza del popolo ebraico nel corso dei secoli e dei millenni. È la nostra prerogativa. E non dimenticate. Un buon leader è chi riesce ad avere attorno a sé molti seguaci. Ma per essere grandi leader, bisogna saper generare altri leader”.
Resterà a lungo nella memoria degli ebrei fiorentini l’incontro con rav Jonathan Sacks, ex rabbino capo d’Inghilterra e del Commonwealth e tra i pensatori più influenti della contemporaneità. Organizzato dalla sezione toscana del Movimento Chabad, e introdotto dal rav Levi Wolwowsky, l’incontro è stato suddiviso in due momenti. Una breve lezione del rav ispirata al messaggio di Pesach, la Pasqua ebraica. E un momento aperto alle domande del pubblico, che ha coinvolto in particolare giovani della Comunità ebraica e studenti stranieri di stanza a Firenze.
“Affrontiamo tempi complessi, lo sappiamo. Basta aprire un giornale o guardare un telegiornale. Eppure, mai nella storia, gli ebrei hanno goduto delle opportunità di cui gode questa generazione. Uno Stato ebraico sovrano, e in Diaspora la possibilità di essere protagonisti con pari diritti rispetto al resto della cittadinanza. È quindi un tempo fecondo – ha affermato il rav – per svolgere la nostra missione e dare un contributo alla società”.
Necessario, perché questo accada, che cessi ogni divisione interna. ”È una delle cose che più mi fa soffrire, ed è un autentico pericolo per il nostro popolo. Bisogna avere rispetto di tutte le diversità. E noi ne abbiamo almeno quattro: gli israeliani secolarizzati, che pur non religiosi sono i miei eroi perché hanno costruito e difendono il paese; gli haredim, che la Shoah sembrava aver annientato e che invece sono qua, più vivi che mai: anche loro sono i miei eroi. E lo sono i sionisti religiosi, per evidenti motivi. E poi ci siamo noi, ebrei della Diaspora, che in minoranza siamo chiamati a confrontarci con tante sfide. Tutte e quattro le componenti – riflette il rav – sono essenziali, imprescindibili”.
Per quanto riguarda Israele, il rav ha invitato a non perdere la speranza in un futuro di pace. Anche se, ha ricordato, il presente sembra particolarmente tormentato. E questo “nonostante i numerosi sforzi di Israele in passato, le tante concessioni, il ritiro da Gaza”. Ma non potrà che esserci pace, un giorno, “perché è questo cui da sempre aspiriamo”.
Stimolanti le riflessioni sul ruolo dell’educazione ebraica, della famiglia, della Comunità come luogo di aggregazione e solidarietà. Forte condanna della demenza digitale, dell’uso improprio dei social network, “con conseguenze gravissime per il corpo e per la mente”. E apprezzato riconoscimento della centralità dell’ebraismo fiorentino nelle vicende diasporiche. “Penso a voi ebrei fiorentini – ha detto rav Sacks – e subito mi viene in mente rav Umberto Cassuto, uno dei più grandi studiosi di Torah di sempre”.
Non abbiate paura ad andare controcorrente, conclude il rav. “Al tempo di Abramo, la Mesopotamia era il luogo più sviluppato in cui risiedere e lui se ne è andato. Al tempo di Mosè, tutti desideravano stare in Egitto. E lui se ne è andato, con il suo popolo. Questo per dire che avere una visione significare sfidare, molto spesso, l’opinione di massa. Ecco, continuiamo a tener vivo questo insegnamento”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(5 aprile 2018)