Siria, gli Usa contro la Russia
mentre Israele si tutela

rassegnaCresce la tensione internazionale a causa del conflitto siriano. Dopo l’ennesimo uso di armi chimiche contro la popolazione da parte del regime di Assad, il presidente Usa Donald Trump sembra intenzionato a rispondere con la forza, intervenendo in Siria e sfidando la Russia, alleata di Assad (La Stampa). “L’impressione – scrive il Corriere – è che possa prendere rapidamente forma una minicoalizione pronta a ‘punire’ il regime di Damasco. Ci potrebbe essere anche il Regno Unito (oltre alla Francia): la premier Theresa May ci sta riflettendo. Gli israeliani sono pronti. Anzi, gli iraniani, i russi e i siriani hanno accusato l’aviazione di Benjamin Netanyahu di aver bombardato la base aerea militare T-4 non lontano da Homs, controllata dall’esercito di Bashar al Assad”. Israele non ha né confermato né smentito l’attacco ma per Repubblica l’azione è un messaggio chiarissimo a Mosca: “per mesi Gerusalemme ha chiesto a Vladimir Putin di difendere sì gli interessi della Russia, ma anche di non permettere che l’Iran trasformasse la Siria in una sua succursale. Benjamin Netanyahu ha fatto sette viaggi a Mosca per incontrare Putin, sempre con la stessa richiesta: tenete l’Iran lontano dai nostri confini. Putin evidentemente non è sembrato un arbitro imparziale agli occhi di Gerusalemme, e alla fine è arrivato questo primo atto offensivo. Gli iraniani, e probabilmente i loro alleati della milizia libanese di Hezbollah, sono stati l’obiettivo principale del raid”. “Israele rischia grosso: – l’analisi del Giornale – la Russia, che non aveva mai reagito, stavolta lo ha fatto, e Lavrov, il ministro degli Esteri, ha classificato il gesto come ‘un’azione pericolosa’. Attenzione, dice Mosca, il nostro delicato rapporto per cui Netanyahu ha libero accesso a Putin può saltare: volete confrontarvi con noi? Non violate le regole del gioco. Gli aerei russi potrebbero rispondere al fuoco”.

Facebook, l’Italia si tutela. Facebook ha permesso un trasferimento di dati alla società Cambridge Analytica senza il consenso degli interessati, cambiando la finalità d’uso. E quella finalità era di propaganda elettorale. Per questo l’Italia – racconta il Corriere della Sera – chiederà l’applicazione delle sanzioni previste dal Nuovo regolamento europeo, che saranno operative dal 25 maggio prossimo, pari al 4 per cento del fatturato globale della società. “Si teme, inoltre, – continua il quotidiano – che le ‘vittime’ siano state influenzate su alcuni temi come il razzismo e l’immigrazione. Secondo le verifiche svolte dagli analisti dell’intelligence, ci sono infatti stati scambi fra gli italiani profilati da Cambridge Analytica, che in queste ore stanno ricevendo un avviso sulla loro pagina Facebook della possibile violazione, e alcuni finti account che avevano come caratteristica quella di avere la parola ‘Salvini’ nell’intestazione”.

Ungheria, le prime mosse di Orban. Dopo la vittoria schiacciante alle elezioni, con una maggioranza dei due terzi in parlamento, il primo ministro ungherese Viktor Orban mette in cantiere i suoi primi provvedimenti: “il nuovo Parlamento comincerà a lavorare, nell’interesse del Paese, alla legge stop-Soros”, ha detto un portavoce del governo. “Il provvedimento – scrive il Corriere – è parte della campagna di Orbán contro il finanziere e filantropo Usa di origine ungherese, George Soros, accusato di essere l’architetto di un ‘grande piano’ segreto per favorire l’arrivo in Ungheria e in Europa di milioni di islamici. Se fosse approvata, la legge imporrebbe una tassa del 25% sulle donazioni straniere alle Ong presenti in Ungheria favorevoli all’immigrazione”. La Stampa intanto registra gli umori dell’elettorato che ha votato Orban: “Abbiamo vinto, l’Ungheria è salva – afferma József, 67 anni – ora i terroristi musulmani staranno fuori dal mio Paese”, che se “li prenda l’Europa se li vuole così tanto. L’Ungheria è cristiana”.

Ignoranza sul bus. Su Repubblica Firenze l’inquietante racconto di un cronista, Ernesto Ferrara, che sul bus 31 ha assistito a un dialogo tra adolescenti che, per offendersi, usavano continuamente il termine ‘ebreo’. “Nessuno di loro – scrive Ferrara, il cui commento è riportato integralmente in prima pagina – sembra usare ‘ebreo’ conoscendone il significato, associandolo alla fede. Non sembrano neonazisti. Eppure usano ‘ebreo’ come un insulto. In modo sciatto, banalizzante, inconsapevole. Per questo forse meno grave? È così moralista indignarsi per la manomissione a cuor leggero di parole dalla storia tanto densa? Scuola e famiglie sanno ancora insegnare la ‘manutenzione’ delle parole e del loro significato?”.

Ultras Lazio, il caso degli adesivi antisemiti. L’ultima, strampalata e offensiva tesi della difesa dei tifosi della Lazio – imputati nel caso degli adesivi antisemiti, raffiguranti Anne Frank – è che non sapevano che si trattasse della bambina assassinata nei lager nazisti. “Le urla del pubblico ministero – racconta Repubblica Roma – si sono sentite anche nei corridoi della procura a piazzale Clodio: ‘Cosa? Ma lei scherza?’”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked