Trento, l’omaggio a Oliviero Stock
“Alto contributo scientifico”

Screen Shot 2018-04-10 at 10.49.54Con una decisione ben ponderata l’amministrazione provinciale ha conferito l’Aquila di San Venceslao, massimo riconoscimento della Provincia Autonoma di Trento, a Oliviero Stock per i suoi meriti in campo scientifico, nonché per l’eccezionale contributo alla nascita e allo sviluppo dell’intelligenza artificiale a Trento.
Oliviero Stock, triestino, nato in una famiglia ebraica scampata agli orrori delle persecuzioni nazifasciste, terminati gli studi liceali nella sua città si era laureato a Firenze in matematica.
Dopo la specializzazione nel 1976 Stock fu colpito positivamente dalla città di Trento che, in quegli anni si scrollava di dosso una lunga stagione grigia e tra gli impegni di Stock va certamente ricordato lo sforzo per contribuire alla nascita di un corso di laurea in informatica all’Università di Trento.
Una decisione che lascia trasparire un senso di consapevolezza per l’apporto che centinaia di ricercatori hanno dato in questi decenni che ha fatto della conoscenza uno dei tratti salienti della Comunità del Trentino.
Ma c’è un altro prezioso contributo al Trentino che Oliviero Stock bene ha espresso con il suo lavoro appassionato, puntando ad una dimensione dell’eccellenza scientifica che può trovare espressione solo in un respiro internazionale.
È grazie al Suo lavoro se si sono potuto tessere fruttuose e stabili relazioni con prestigiosi istituti di ricerca in Germania e con Israele. Al ricevimento del prestigioso riconoscimento il professor Stock ha ricordato e citato ad esempio la figura di monsignor Iginio Rogger con cui, assieme al grande studioso professor Diego Quaglioni dell’Università di Trento e al dottor Daniele Nissim da Israele ha lavorato per produrre un progetto multimediale sul caso Simonino e la infame calunnia di omicidio rituale.
A questo proposito, alla fine della cerimonia di premiazione il professor Stock ha concluso con una nota personale: “L’Aquila di San Venceslao è stata concessa dai re di Boemia ai Principi Vescovi di Trento nel trecento e quindi era uno stemma trentino ai tempi del Principe Vescovo Hinderbach, sotto il quale vennero perseguitati e uccisi gli ebrei di Trento.
Anche ricordando quel passato buio e contrastandolo con il Trentino attuale, aperto alle persone, alle idee e al futuro sono onorato e grato nel ricevere oggi l’Aquila”.

Marcello Malfer

(10 aprile 2018)