Israele e le risorse

Screen Shot 2018-04-17 at 12.36.16Docenti di Architettura del paesaggio e di Agraria provenienti da quattro Università italiane sono in questi giorni in missione in Israele, guidati dal professor Roberto Jona, già Docente di Colture arboree della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, che inizia oggi a raccontare a Pagine Ebraiche 24 l’esperienza in corso.

Il primo incontro cui hanno partecipato i professori di Agraria e Architettura del paesaggio delle quattro Università del Nord Ovest che accompagno alla scoperta della realtà israeliana è stato con la professoressa Barbara Aronson, dell’omonimo studio di Gerusalemme. Aronson ci ha mostrato il parco di Herzlyia (che copre ben 70 ettari) e ha illustrato quali sono i problemi specifici dell’area: durante le pioggie invernali si ha un accumulo appena sotterraneo di grandi quantità di acque, che ristagnano. La creazione del Parco non ha voluto eliminare le acque, ma ha scelto di governarle, anzitutto convogliandole in una serie di strutture idrauliche per realizzare laghi, stagni, piccoli corsi d’acqua. Si è voluto mantenere il carattere di “zona umida”, e invece che abbandonarla a a se stessa sono state create correnti e circuiti di acque, depurati mediante il saggio e abile impiego della fitodepurazione. Così si è conseguito il doppio scopo di purificare le acque non sottoponendole a facili trattamenti industriali che avrebbero snaturato il processo ma ricorrendo al lento ma ripetuto lavorìo delle piante per arrivare all’eliminazione di inquinanti dell’acqua. Il risultato è un parco con presenza di acqua, che però è stagionale: nel pieno dell’estate è molto diverso, e secco. Lo sviluppo del Parco, poi, è interessante sapere che è avvenuto attraverso un complesso lavoro di consultazione con gli abitanti che è stato integrato con il processo di soluzione di complessi problemi tecnici e grande attenzione rivolta a mantenere uno sviluppo conforme alla Natura.
È tardi, domani abbiamo altre visite importanti, ma i colleghi sono già molto ammirati della capacità tecnica di Israele, ma anche stupiti dello sviluppo avanzato: non pensavano ci fosse tanto traffico, sono sorpresi dalla sky line e dai grattacieli tanto diversi.

Roberto Jona

(17 aprile 2018)