…democrazie

Sembra esserci un fil rouge che attraversa le principali democrazie del pianeta: lo spirito di assuefazione. Il caso italiano dimostra una volta di più quanto sia in crisi il sistema politico europeo, non più in grado di produrre governi se non con leggi elettorali che finiscono col rappresentare, sì e no, il 25% del corpo elettorale (va contata la crescente astensione). Un dato da molti interpretato come fisiologico alle democrazie mature come quella americana, ma che a me è sempre apparso come un tratto patologico, che finisce con l’abbandonare a se stesse intere masse della propria popolazione. Del resto, si sa, noi dagli americani prendiamo sempre il peggio. Anche la democrazia indiana, formalmente la più grande del mondo, vive un regresso nazionalista che appare in controtendenza rispetto alle spinte progressiste dei padri fondatori. In Medio Oriente, sempre sul piano formale, le democrazie sono due: Libano e Israele. La prima è un miracolo se sia ancora in piedi, ma anche nella seconda appare palese un sentimento di rassegnazione rispetto alla possibilità di risolvere problemi eterni come quello palestinese. Questo sentimento di stanca è molto sottovalutato: la democrazia non è il miglior sistema a priori, può essere attrattivo solo se resta efficiente e capace di tracciare un futuro per i propri cittadini. Se no, si finisce col cambiare.

Davide Assael, ricercatore