“Pisa, Rosh Chodesh insieme per una Comunità viva e vitale”
“Una partecipazione andata ben oltre alle nostre aspettative”, così il presidente della Comunità ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli ha commentato la presenza all’iniziativa organizzata nella sinagoga della città in occasione del Rosh Chodesh, capomese di Iyar. Un momento di riflessione e preghiera realizzato nel solco del progetto promosso in tutta l’Italia ebraica dalla Commissione Culto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dedicato proprio al Rosh Chodesh. Di seguito il messaggio del presidente Gabbrielli in merito all’iniziativa a Pisa.
Domenica 15 Aprile, 30 Nissàn, Rosh Chodesh e capo mese di Iyar, anche a Pisa abbiamo organizzato la funzione di Shacharit (שַחֲרִת). Grande è stato il riscontro che ha avuto l’iniziativa promossa dalla Commissione Culto dell’UCEI coordinata dal rav Giuseppe Yosef Momigliano la cui partecipazione è andata ben oltre le nostre aspettative.
Vedere la nostra Sinagoga con così tante persone, ci ha riempito di gioia confermando che l’ebraismo italiano, e nel nostro caso pisano, è ancora vivo e vitale ed anche nelle Comunità periferiche come la nostra si può garantire la continuità di una piena vita ebraica.
Voglio quindi ringraziare uno ad uno tutti i numerosi partecipanti senza i quali non avremmo avuto un Minian così nutrito, e tutte le signore della Comunità presenti, nonché gli amici della stessa, che hanno contribuito con la loro partecipazione alla piena riuscita della funzione di Shacharit.
Un ringraziamento particolare va a Gadi Polacco di Livorno, che ormai ci piace considerare come un membro aggiunto della nostra Comunità e che ha condotto la funzione con la solita padronanza e capacità coinvolgendo tutti in un momento liturgico di grande partecipazione emotiva e spirituale.
Grazie a lui in Sinagoga, dopo molto anni, sono riecheggiati i canti dell’Hallel per Rosh Kodesh e la Tefillà Zakà di Rav Castello redatta secondo l’antico rito livornese un tempo utilizzato anche a Pisa.
Gadi Polacco è stato coadiuvato dal bravo Duccio Bedarida che come sempre ha voluto essere presente nei momenti importanti della nostra Comunità dimostrandoci affetto e vicinanza.
Inoltre è senza alcun dubbio da rimarcare anche l’aiuto prestato a Gadi e a Duccio del giovane Emanuele Medizadeh non solo per la grande cultura ebraica dimostrata nonostante la giovane età ma anche perché essendo un membro della nostra Comunità conferma senza alcun dubbio che se si vuole si può essere ebrei a tutto tondo anche a Pisa.
L’occasione ha inoltre permesso di ricordare grandi figure di Rabbini del passato che hanno fatto la storia dell’ebraismo italiano del novecento e che in un modo o nell’altro sono stati legati alla nostra città ed in particolare Rav Elio Toaff zl, Rav Bruno Polacco zl, e Rav Josef Laras zl e quella di Rav Augusto Hasdà ultimo Rabbino Capo della nostra Comunità e di sua moglie Bettina Segre zzl vittime del nazifascismo.
La speranza è quella che questa iniziativa che ha destato una grande mobilitazione possa diventare un appuntamento fisso nella vita di tutti noi ricordandoci che la Tefillah è un principio cardine senza il quale non può esistere l’ebraismo.
L’amore per D-o e per l’ebraismo non può prescindere dall’amore per la Comunità e solo ritornando in Sinagoga possiamo dimostrare a tutti ed in primis a noi stessi di essere ancora vivi come ebrei; solo così possiamo garantire ai nostri figli e ai nostri nipoti un futuro da ebrei anche qui a Pisa.
Così come nella quinta delle Shemoné Esré, Teshuvah, si chiede a D-o di aiutare gli ebrei a tornare a una vita basata sulla Torah così il mio piccolo augurio è di vedere un’affluenza sempre più numerosa nella nostra splendida Sinagoga pisana che è la casa di tutti.
Maurizio Gabbrielli, presidente Comunità ebraica di Pisa