“Genocidio armeno, chi nega è complice”

Cade in queste ore l’anniversario del Metz Yeghern, “Il Grande Male”. E cioè il genocidio del popolo armeno da parte dei turchi. Una ferita aperta per la coscienza d’Europa e una Memoria scomoda per la Turchia, che ancora oggi sfacciatamente nega e anzi punisce severamente chi soltanto evoca quei lutti e quelle sofferenze.
“In questa giornata di immenso lutto e dolore per il vostro popolo, nel ricordo degli efferati crimini compiuti in quello che è noto come il Metz Yeghern, il Grande Male, desidero esprimerLe tutta la vicinanza degli ebrei italiani. È una vicinanza che si accompagna alla piena condivisione della battaglia di giustizia e verità storica su quei fatti da voi intrapresa ormai da tempo, molto spesso nell’indifferenza del mondo” scrive la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in un messaggio inviato all’ambasciatrice armena in Italia Victoria Bagdassarian. “Ci furono – prosegue il messaggio – chiare responsabilità in quei massacri e non ci stancheremo mai di affermarlo in ogni sede e occasione che ci sarà offerta. Chi ancora oggi nega la realtà dei genocidi se ne rende complice e costituisce una minaccia per tutti coloro che sperano in un mondo migliore”.
Tante le iniziative che in questi anni hanno visto ebrei italiani e comunità armena allo stesso fianco, per un impegno di consapevolezza sviluppato attraverso eventi, convegni, iniziative editoriali.
Anche in Israele, dove il crimine perpetrato ai danni degli armeni non è stato ancora ufficialmente riconosciuto dal Parlamento, sono in tanti a mobilitarsi perché questo avvenga.
Tra gli altri il ministro della Pubblica Sicurezza Gilad Erdan, che appena poche settimane fa si è rivolto al premier Benjamin Netanyahu con una esplicita richiesta in tal senso. Si tratta di una situazione estremamente complessa, sottolineano i media israeliani, perché una mossa del genere comporterebbe come conseguenza l’interruzione di ogni rapporto diplomatico con Ankara in un momento in cui le relazioni tra i due paesi sono a un punto già particolarmente critico.

(24 aprile 2018)