La Tunisia e l’eredità sefardita
A Firenze anche quest’anno il Gruppo di studi storici della Comunità ebraica ha svolto con regolarità il suo ciclo di incontri mensili e desideriamo sgenalare l’ultimo, quello di domenica scorsa, per la brillante esposizione, corredata da proiezioni, su “Gli italiani di Tunisia” fatta dal giovane storico Martino Opizzi. Da Parigi ci era stato sgegnalato l’interesse destato da una sua confernza e gli siamo grati per averci portato fino a Firenze i risultati dei suoi studi sulla “storia e struttura di una comunità mediterranea alla luce di nuove fonti e prospegttive”.
L’oratore ha ben spiegato, rispondendo ampiamente anche alle molte domande poste dal pubblico vivamente interessato, la particolare consistenza della Comunità ebraica tunisina dove a partire dal ‘700 sono giunte centinaia di ebrei sefarditi transitando da Livorno e che costituranno un’entità a parte per livello culturale e capacità imprenditoriale; con vari grafici sono stati messi in evidenza i passaggi alla cittadinanza francese, accentuatisi negli anni 30’ alle prime avvisaglie delle nuove tendenze del governo italiano e dopo la proclamazione delle Leggi razziste ma sempre dipendenti dalla personalità e dalle idee dei consoli che si succedevano a Tunisi.
Curiosità ha anche destato l’analisi dei così detti “matrimoni misti” tra gli gli ebrei da generazioni tunisini e quelli considerati “livornesi”, quai completamente inesistenti nel primo secolo della convivenza. Infine per quasi tutti è stata una pagina di storia ignorata quella degli anni dell’occupazione italo-tedesca e delle sue conseguenze.
Lionella Viterbo
(24 aprile 2018)