Società – L’illusione di sfuggire alla Storia
Sylvie Schenk / VELOCE LA VITA / Keller
Solo a metà del breve romanzo “Veloce la vita” scopriamo che non si tratta di una scrittura strettamente autobiografica: la protagonista si chiama Louise mentre il nome dell’autrice è Sylvie. Per il resto, però, la vita di Sylvie Schenk, nata a Chambery nel 1944 e, dopo studi classici a Lione, dal 1966 residente in Germania, dove si è sposata diventando prima insegnante e poi autrice di poesia e prosa, e quella della sua protagonista sembrano corrispondere. il romanzo, ci informa una nota editoriale, è stato scelto dai librai tedeschi come uno dei più amati del 2016. E’ scritto con lo stile intimo di una confessione molto personale, dove contano i fatti ma soprattutto contano i piccoli misfatti e le incertezze del cuore, le sue inclinazioni e le sue colpe, specialmente quelle involontarie e dunque irrimediabili. Siamo in un momento storico in cui le ferite e gli odi creati dalla seconda guerra mondiale nessuna pace ha potuto ancora sanare e per un europeo lo straniero non è qualcuno che viene da una terra lontana di povertà e soprusi ma un altro europeo, a volte del paese accanto. “Per principio con i bambini non si parla di sesso e di guerra”, dice la protagonista, che vive in una piccola città a ridosso delle Alpi francesi e spera che basti ignorare la storia per esserne ignorati. Lo spera soprattutto quando, ormai ventenne, è studentessa a Lione si ritrova, la sera, in un piccolo locale dove si beve e si fa musica con un gruppetto di giovani di diversa provenienza sociale e nazionale. Nella comitiva ci sono due ragazzi da cui Louise è diversamente attratta. Il primo è Henri, un pianista talentuoso e cupo: ha una storia tremenda alle spalle, perché entrambi i genitori sono stati torturati e uccisi dai nazisti durante la feroce occupazione della città francese – l’eco delle azioni di Klaus Barbie, il boia di Lione, è ancora molto potente. L’altro, Johann è uno studente di farmacia tedesco, un ragazzo dolce, solare, allegro. Il viaggio attraverso la frontiera che separa la Francia dalla Germania non sarà per la protagonista e narratrice un semplice trasferimento, ma il rito di passaggio che separa la giovinezza dall’età adulta, con dolorosi congedi e nuove difficili consapevolezze. L’intreccio si scioglierà poi attorno a una rivelazione, qualcosa che lega il cupo Henri e il solare Johann e che mescola le loro vite in modo torbido e drammatico. Ma più che del cammino verso una drammatica verità, “Veloce la vita” è la storia di un conflitto, anzi di quel groviglio di conflitti tra ciò che noi speriamo sia la nostra esistenza fuori e dentro di noi, e ciò che di fatto è. Mentre la Storia, con la esse maiuscola, tesse le sue scortesi trame, che vorremmo ma non possiamo ignorare.
Elisabetta Rasy, Il Sole 24 Ore Domenica, 22 aprile 2018