Storia – L’atrocità zelante dei burocrati di Salò

stefaMatteo Stefanori / ORDINARIA AMMINISTRAZIONE. GLI EBREI E LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA / Laterza

Il 30 novembre 1943, con un’ordinanza di polizia, il governo della Repubblica sociale italiana decise di arrestare e rinchiudere in campo di concentramento tutti gli ebrei che vivevano in Italia. Agenti di polizia e carabinieri, quasi fosse “ordinaria amministrazione”, eseguirono con prontezza gli ordini ricevuti. Nel giro di poche settimane uomini, donne e bambini furono fermati dalle autorità, privati dei loro beni, condotti prima in campi “provinciali” e poi trasferiti in una struttura “nazionale”, a Fossoli, vicino Modena. Una drammatica vicenda, quella della piena e istituzionalizzata collaborazione della Rsi allo sterminio, ricostruita da Matteo Stefanori in “Ordinaria amministrazione. Gli ebrei e la Repubblica sociale italiana”, edito da Laterza.

Dopo l’8 settembre 1943, a cinque anni dalle leggi razziali del 1938, la persecuzione antiebraica voluta dal fascismo conobbe un “salto di qualità”: dopo la persecuzione dei diritti, che aveva escluso, vessato e impoverito gli ebrei italiani, giunse la fase della persecuzione delle vite.

Partendo dalle vicende storiche più generali, Stefanori ricostruisce, documenti alla mano, situazioni più specifiche e locali, che restituiscono il ritratto di questi “burocrati esecutori”, che gestirono le pratiche e i documenti necessari al corretto funzionamento della macchina della persecuzione: funzionari, questori, prefetti, capi della polizia, direttori dei “campi di concentramento provinciali”.

Utilizzando fonti conosciute e scremandone di nuove, emergono i comportamenti zelanti, quelli più flessibili, e la vasta rete di convenienze (si potrebbe dire “l’indotto”) dell’arcipelago dei campi di concentramento italiani, intorno ai quali circolavano interessi e si sviluppavano commerci.

Ne emerge un quadro a tinte fosche, in cui a risaltare è soprattutto una diffusa indifferenza verso le sorti di coloro che, fino a pochi anni prima, erano stati comuni cittadini, italiani insieme agli altri. E che poi il regime decise prima di discriminare, e poi, supportando deliberatamente l’alleato tedesco, di contribuire alla perpetuazione dello sterminio.

Marco Di Porto