Storie – Un 25 aprile di tutti
“Questo week-end c’è un bel ponte. Ricordati che l’hanno costruito loro”, recita un bel manifesto dell’Anpi di Finale Ligure sul 25 aprile, in cui campeggia una folla di partigiani, gente comune, soldati. Fuor di metafora, è legittimo organizzare una gita fuori porta, godersi la giornata di sole (il meteo prevede bel tempo), anche se una capatina a qualche luogo della Memoria non guasterebbe. Però almeno un pensiero andrebbe rivolto a quelle italiane e a quegli italiani del 1943-1945, cattolici, ebrei, atei, di varia fede politica, dai comunisti ai monarchici, e di differente estrazione sociale, che in vari modi resistettero all’occupazione nazifascista e contribuirono con gli Alleati alla liberazione della nostra penisola.
Si tratta di centinaia di migliaia di persone, che imbracciarono le armi come partigiani o come militari del Corpo italiano di liberazione, furono deportati nei lager come oppositori politici, furono internati militari nei campi tedeschi ed ebbero il coraggio di dire no all’arruolamento nella Repubblica sociale, cooperarono da prigionieri con gli Alleati, oppure come civili (in particolare le donne) aiutarono ebrei, partigiani, renitenti alla leva, ex prigionieri anglo-americani a sfuggire alle retate e alla caccia all’uomo scatenata dai fascisti e dai nazisti.
Le ideologie saranno pure morte, ma questa bella pagina della nostra Storia va ricordata e un po’ di riconoscenza (tanta, per la verità) va a tutte e a tutti i resistenti perché grazie alla loro scelta il nostro Paese ha la libertà e la democrazia, che saranno pure imperfette, ma è di sicuro sono un bene prezioso e irrinunciabile.
Mario Avagliano