L’Aravà
L’arrivo a Hazeva dopo i tortuosi tornanti lungo i ripidi fianchi dell’Aravà si rivela, malgrado il buio notturno, sorprendente: le stelle in cielo sono brillanti come non mai, mentre l’aria ha un che di pesante. Siamo a 400 metri sotto il livello del mare. Il dormitorio della scuola che ci ospita è perfettamente confortevole, ma senza i fronzoli del moderno lusso alberghiero: ci riporta, senza imporci i relativi disagi ai tempi, che sembrano lontanissimi, dei chalutzim.
La mattina dopo il panorama è abbagliante. Il sole intenso splende su un panorama lunare: sabbia e pietre e rari cespugli di acacia del deserto. Connesso all’albergo c’è il Centro ricerche dell’Aravà centro-settentrionale, con una moderna sala proiezioni per illustrare i risultati raggiunti nella zona.
Il Centro, sostenuto finanziariamente dal KKL e da altri enti pubblici fa parte di una rete di centri che aiutano e indirizzano gli agricoltori dell’Arava. La Giordania è a portata di mano, qualche centinaio di metri.
Rivka Offenbach specialista di coltivazioni di verdure in serre e Teffi Tripler esperto di pedologia e irrigazione ci guidano nella visita sul campo. Salvo che le palme, tutto viene coltivato sotto (grandi) serre ricoperte da reti, che lasciano passare l’aria, ma ne limitano la velocità quando il vento spira forte. Inoltre vengono bloccati i parassiti e la luce solo leggermente attenuata. Sotto la volta delle serre troviamo di tutto: alberi di albicocche con i frutti in maturazione, coltivazioni di peperoni e di pomodori, soprattutto datterini e vigneti con i grappolini d’uva in fiore. Le piante di peperoni sono gigantesche (oltre 2 metri di altezza) con frutti grossi, sodi e saporiti. I pomodori già carichi di fiori e frutti molto saporiti, sviluppano tralci di oltre 12 metri che vengono distesi su tralicci di filo disposti a losanga. L’acqua è sempre scarsa e salmastra, ma impiegata sapientemente consente di ottenere risultati strabilianti. Le palme Medjoul nei viali, presentano già i grappoli di datteri: per ottenere la pezzatura dei frutti così apprezzata occorre diradare i tralci dei grappoli. Ma anche il metabolismo dell’acqua viene studiato con grande precisione: una palma campione viene sottoposta ad analisi elettrica: sembra un elettroencefalogramma, e così gli studiosi capiscono dove va l’acqua nella pianta e sono in grado di capire come ottimizzarne l’impiego. Dall’interno della serra in pieno rigoglio vegetativo e produttivo il deserto non si vede e sembra lontano, invece è fuori della porta!
Roberto Jona