Gli ebrei in Russia

bassanoQualche anno fa trovai in una bancarella di libri usati un curioso reperto, un volume fuori edizione dal titolo “Gli ebrei nell’URSS” a cura di Nuovi Argomenti, edito nel 1966. Il libro tenuto conto dei curatori e dell’introduzione di Umberto Terracini, non nasconde le simpatie verso il regime sovietico, denunciando ciò nonostante la persona e i crimini di Stalin e l’antisemitismo insito nella società russa. Linguaggio datato e tendenziosità a parte, “Gli ebrei nell’URSS” offre comunque alcuni punti di vista degni di considerazione. Per esempio un capitolo è dedicato alla popolazione ebraica in Unione Sovietica. Basandosi sul censimento del 1959 la popolazione ebraica totale di tutte le Repubbliche veniva stimata sui 2.267.814 individui rispetto ai circa 5 milioni presenti negli stessi territori prima del 1941. La rivista Davar dava invece qualche anno dopo la cifra di 3.437.000. Secondo l’autore questa distanza era dovuta alla circostanza che, poiché il censimento era su base volontaria, molti forse preferivano dichiararsi russi invece che ebrei. Tutt’ora le stime sugli ebrei nella sola Russia sono infatti molto contraddittorie e divergenti e vanno dai poco più di 150.000 a oltre un milione. Ma l’elemento più interessante notato già altre volte, risiede nel fatto che i sovietici, come se non erro gli asburgici, etichettavano gli ebrei come nazionalità o popolo, alla stregua di tutti gli altri come russi, georgiani o kirghizi. La nazionalità, indicata sul passaporto, non dipendeva quindi dalla pratica o dall’appartenenza religiosa. I discendenti di matrimoni misti potevano scegliere se dichiararsi ebrei o meno. Nelle società occidentali, tra cui gli Stati Uniti, nei censimenti – pur sempre su dichiarazione volontaria – la nazionalità non viene esaminata, e gli ebrei vengono stimati attraverso l’appartenenza religiosa. La pratica in uso in Unione Sovietica era naturalmente arbitraria e spesso discriminatoria, agli ebrei veniva infatti biasimata la caratteristica di essere una nazionalità anomala perché priva di una terra all’interno del territorio sovietico. In ogni caso, attraverso la comparazione di questi censimenti, fa riflettere la percezione esterna nei confronti degli ebrei, un dibattito millenario, anche sul versante interno, che verte sulla domanda se gli ebrei siano una “nazionalità” o una religione, nella quale il primo termine può essere definito esclusivamente su basi religiose.

Francesco Moises Bassano